2014-09-21 10:53:00

Laser e opere d'arte: ne parla il direttore dei Musei vaticani


L'uso del laser per il restauro dei beni culturali: se ne è parlato in questi giorni alla quinta edizione del convegno APLAR 5 presso i Musei Vaticani. Martina Boccalini ha intervistato il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci.

R. – Il principio del laser è quello dell’energia, che ha un potere di ablazione e può rimuovere i materiali. E’ una tecnica molto delicata, estremamente precisa, non invasiva, che non porta sull’opera d’arte delle sostanze come i solventi e che, naturalmente, per essere utilizzata, esige una competenza precisa. Sono molto contento, molto orgoglioso di poter dire che i tecnici dei Musei Vaticani sono tutti perfettamente in grado di utilizzare il laser. Il nostro ufficio delle ricerche scientifiche dispone di una batteria di laser, che sono a disposizione dei restauratori, e ha dimostrato e dimostra di essere un ausilio molto importante.

D. – Qual è il vantaggio di usare il laser nei manufatti lapidei, nelle opere murarie? E quali sono le difficoltà che si presentano nelle diverse applicazioni?

R. – Il vantaggio è che l’ablazione, cioè la pulitura con lo strumento del laser, non richiede l’addizione di sostanze estranee ai materiali costitutivi dell’opera d’arte. E questo è un grande vantaggio.

D. – Ci sono degli esempi di manufatti lapidei ed opere murarie restaurate con il laser?

R. – Ce ne sono moltissimi. Per esempio noi abbiamo avuto un vasto impiego del laser nel restauro degli affreschi, delle pitture murarie di Michelangelo nella Cappella Paolina. A conclusione delle due giornate del Convegno io stesso accompagnerò i convegnisti dentro la Cappella Paolina, che è quasi sempre chiusa al turismo normale.

D. – In quali altri settori potrà essere utilizzato?

R. – Il laser, opportunamente impiegato, può avere una sottigliezza di esecuzione che noi usiamo perfino per restaurare, cioè ripulire, gli oggetti del dipartimento etnologico dei Musei Vaticani, per esempio i piumaggi delle decorazioni tribali della Polinesia, che sono fatti con penne di uccelli rari. Pensate che finezza di esecuzione ci vuole per intervenire sulle singole fibre di una piuma di un uccello esotico. Il laser, opportunamente usato, può arrivare a questi livelli di assoluta precisione. Nel nostro mestiere le opzioni operative possibili sono tante. Il restauro dell’opera d’arte, quindi, è un mestiere difficile: ogni operazione di restauro può richiedere delle sostanze diverse, quindi anche degli strumenti operativi diversi. Il laser viene usato, è importante che ci sia, e ormai nessun laboratorio di restauro potrà farne a meno, ma non è l’unico certamente, è una delle opzioni possibili.








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