2014-09-17 11:54:00

Mosca: critiche alla Nato ma rapporti non compromessi con Ue


Il giorno dopo la firma dell’accordo di partenariato tra Ucraina e Unione Europea, il ministro degli Esteri russo Lavrov lancia accuse alla Nato: l'Alleanza Atlantica – sostiene - spinge il governo filo-occidentale di Kiev a risolvere il conflitto nelle regioni russofone del sud-est con l'uso della forza. Lo fa in un’intervista a Rossiskaia Gazeta e El Pai's in cui però dichiara che Russia e Unione Europea non hanno compromesso i rapporti. "Non si è oltrepassato il punto di non ritorno" – assicura Lavrov - e "la rete di sicurezza creata negli ultimi anni sarà abbastanza forte da permettere non solo di ristabilire lo status quo precedente al conflitto" in Ucraina, "ma anche di andare oltre". Di equilibri tra Mosca e Bruxelles Fausta Speranza ha parlato con Riccardo Redaelli, docente di geopolitica all'Università Cattolica di Milano:

R. – Sì, i rapporti rischiano di essere molto complicati da una pluralità di fattori. Innanzitutto, noi dobbiamo comprendere che l’Ucraina è oggettivamente una società lacerata e multi-identitaria, e la componente etnica russa non può essere sottostimata. Dall’altro lato, come dire, Putin non può esasperare il gioco che ha fatto in questo periodo, cioè di giocare pesante militarmente e nello stesso tempo di contare sulle divisioni europee o sulla paura europea di perdere troppi affari lucrosi con la Russia.

D. – Questo accordo ratificato dalla Rada ucraina con l’Unione Europea è un pezzo dell’accordo previsto. Un’altra parte è stata rimandata al 2015. Al momento è un abbraccio a metà?

R. – E’ un abbraccio a metà perché dobbiamo anche vedere come evolve l’Ucraina. Io credo che l’Unione Europea dovrebbe saggiamente fare evolvere anche il governo di Kiev verso una politica più moderata e più aperta verso la minoranza russa e l’est. Nello stesso tempo è un accordo a metà anche perché finché l’Ucraina era fra le braccia di Mosca, era Mosca che pagava i conti, ma se l’Ucraina entra fra le nostre braccia, temo che saremo noi a dover pagare i conti. L’Ucraina, infatti, ha bisogno di forti aiuti economici. Pensiamo solo se prima o poi dovrà iniziare a pagare veramente il gas russo.

D. – Mosca accusa la Nato di sobillare l’est dell’Ucraina, un’accusa pesante...

R. – E’ un’accusa eccessiva, anche se va riconosciuto che in questi anni la Nato non si è sempre mossa in modo saggio nei confronti della Russia. Si è molto giocato sulla stessa ambizione, sulla politica dura di Putin. Ma vi è anche una parte, una componente Nato, soprattutto i Paesi che una volta erano sotto il giogo dell’Unione Sovietica e che ora fanno parte della Nato, che hanno una sorta di riflesso pavloviano, che sono dal principio sempre molto ostili e molto contrari a tutto ciò che viene da Mosca. La Nato ha cercato di reinventarsi, di trovarsi – diciamo così - un nuovo lavoro, dopo aver vinto la Guerra Fredda, lo dimostrano l’Afghanistan e così via. Per alcuni anni la Nato ha avviato politiche di cooperazione e di amicizia con la Russia. Ha pesato un po’, però, sia la svolta totale di Putin, sia – come dicevo – questa diffidenza, storicamente ben comprensibile, ma che politicamente non ha aiutato, da parte di tutti i Paesi dell’est.








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