2014-09-15 15:16:00

Riforma scuola. Don Viviani: istituti paritari non temono controlli


Al via oggi il nuovo anno scolastico per 7 milioni di studenti italiani in 15 regioni. Non mancano problemi e polemiche e il governo, con il premier e alcuni ministri, decide di essere presente in alcuni istituti. Intanto una tragedia si registra a Bergamo dove uno studente di 15 anni è in gravissime condizioni dopo aver tentato il suicidio lanciandosi dal quinto piano della sua scuola, il liceo scientifico Lussana. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Il primo giorno di scuola in gran parte delle regioni italiane è coinciso quest’anno emblematicamente con l’avvio on line della consultazione, sulle Linee guida per riformare l 'Istruzione varate dal governo nei giorni scorsi. L’invito a quanti sono interessati al settore, è a partecipare, solo al termine, a metà novembre, arriverà la decisione che, dice l'esecutivo, darà "impulso ad una nuova stagione". Sarà la prima "riforma condivisa" secondo il premier oggi in visita a Palermo all'istituto intitolato al beato don Pino Puglisi ucciso dalla mafia proprio il 15 settembre del "93. Come di consueto  anche quest'anno ci sono problemi - le cattedre non assegnate e le supplenze lunghe- e non mancano le polemiche -lo dimostrano gli striscioni e i cori di protesta oggi a Roma e a Palermo- ma la squadra del premier non rinuncia a presentare la scuola come una priorità, anche attraverso twitter. Lo fanno i ministri dell' Istruzione Giannini e delle Riforme Boschi: promettono, tra l’altro, stabilità alle scuole, autonomia ai presidi, un concorso dopo l’esaurimento delle graduatorie, e criteri meritocratici per gli insegnanti . “Aiutateci a valorizzare il merito”, ripete lo stesso Renzi agli insegnanti siciliani, assicurando nuovamente l’assunzione di 149mila precari. Una scuola piu' forte, un'Italia di nuovo ai vertici dell'Europa è la sua idea, intanto, da domani, primo banco di prova sarà la presentazione al Parlamento del cronoprogramma dei "mille giorni".

Sulla una consultazione on line – la prima promossa su questo ambito in Europa – avviata oggi dal governo e sui principali contenuti della riforma. Roberta Gisotti ha intervistato don Maurizio Viviani, direttore dell’Ufficio per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Chiesa italiana:

D. - Don Maurizio, questa riforma ha l’ambizione di chiamarsi: “La buona scuola”; ma c’è chi, tra studenti, docenti, famiglie e sindacati, denuncia un inizio d’anno nel caos. L’impresa, dunque, non sarà facile?

R. – E’ un testo importante che cerca di invitare tutti a risolvere l’aspetto occupazionale degli insegnanti. Poi, vi sono altri temi: rilanciare una progettualità che ambisce a pensare in grande; ed anche fare in modo che si motivino tutti coloro che vivono all’interno del mondo della scuola, perché questo è forse in parte marginalizzato nella crisi in cui tutti siamo inseriti, e forse anche per la scarsa considerazione sociale di cui gode. In merito al testo, ci si augura che – grazie anche alla consultazione aperta oggi on line – possano entrarvi, con un peso pedagogico ed educativo maggiore, altri temi, quali: l’orientamento; la cura delle relazioni interne al mondo della scuola; la continuità orizzontale e verticale; le varie forme di disagio che ancora ci sono, a volte, in forma abbastanza pesante nel mondo della scuola e poi, anche la cura della comunità educativa.

D. – Che cosa chiede, auspica la scuola non statale, i cui allievi – sappiamo - sono scesi sotto il milione? Il ministro Giannini rivendica controlli sulla qualità degli istituti privati, al pari di quelli statali ma promette anche finanziamenti. C’è da crederci?

R. – Sì, c’è l’auspicio e l’augurio - il ministro Giannini l’ha detto e ribadito in diverse circostanze, in questi mesi – che trovi attuazione e che ci sia una sempre maggiore considerazione della scuola paritaria; in particolar modo della scuola cattolica, o di ispirazione cristiana, che sono una parte importante e significativa, sia sotto il profilo numerico, sia sotto il profilo pedagogico ed educativo.

D. – Dunque, la scuola cattolica non teme controlli, o intromissioni...

R. – Assolutamente no. Si va verso un pieno rispetto delle leggi che già ci sono; si va verso la trasparenza, una delle indicazioni e condizioni per avere diritto ad importanti e necessari finanziamenti.

D. – Mi sembra di capire che l’importante è partire in questo nuovo anno scolastico con spirito costruttivo?

R. – Direi che le premesse ci sono tutte e credo ci sia anche una sempre maggiore consapevolezza negli insegnanti, che la loro azione è di fondamentale importanza, proprio perché la scuola è il luogo che apre al mondo e che permette ad un alunno di assumere progressivamente - a poco a poco - le informazioni e la visione del mondo che gli è indispensabile per poter giungere alla fase della piena maturità. Vorrei chiudere con una affermazione importante, di Plutarco: “I giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere”, cioè, una sempre maggiore consapevolezza del ruolo dell’insegnante che può essere, più che un mero trasmettitore di informazione, un maestro che forgia progressivamente, nel pieno rispetto, tutti i suoi alunni. 








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