2014-09-14 09:42:00

Unicef: emergenza bambini in Asia meridionale


In occasione del 25esimo anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, l’Unicef pubblica un allarmante rapporto sulla condizione dei bambini in Asia meridionale: India, Bangladesh e Nepal in primis. Ogni anno muoiono oltre 2 milioni di bambini per cause prevenibili prima di aver compiuto i 5 anni. Antonio Elia Migliozzi ha intervistato Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia:

R. - Per quanto riguarda la mortalità infantile, successi ne abbiamo ottenuti, ma purtroppo ancora la situazione non è del tutto risolta e l’‘Obiettivo del Millennio’ non è così vicino come si pensava potesse essere. Questi sono dati allarmanti sui quali la nostra organizzazione è fortemente impegnata, perché la mortalità infantile è un dramma inaccettabile al giorno d’oggi, come è inaccettabile che ancora avvenga e per fatti veramente prevenibili. Nelle nostre nazioni quel tipo di patologie sono sparite da molti, molti anni… Dobbiamo cercare di fare di più, tutti quanti assieme: è questo l’impegno dell’Unicef, che ha anche lanciato una campagna "100% vacciniamoli tutti", perché questo è un modo per azzerare questo dramma o quanto meno per ridurlo al massimo.

D. - In Asia meridionale vive il maggior numero di bambini malnutriti del mondo…

R. - Questa - possiamo dire - è una area geografica con delle forti contraddizioni: tutti i Paesi dell’Asia meridionale hanno incluso aspetti importanti nella loro legislazione, approvando la Convenzione, indicando con norme precise la salvaguardia dei diritti dei minori, ma purtroppo ancora l’Asia meridionale continua ad essere uno dei luoghi più a rischio del mondo per affrontare una gravidanza, per partorire, con il secondo più alto numero di mortalità materna. Sicuramente in Asia meridionale queste contraddizioni esistono: ancora oggi ci sono 8 milioni di bambini con meno di un anno che non sono vaccinati; 100 milioni di bambini sotto i cinque anni che non sono stati registrati alla nascita. Questa è una situazione drammatica, che non si verifica soltanto in Asia meridionale, ma si verifica in molti altri Paesi.

D. - Cosa proponete e cosa state facendo per prevenire queste situazioni di difficoltà ed assicurare delle opportunità a questi bambini?

R. - Siamo impegnati in tutti i Paesi. Per quanto riguarda l’Asia meridionale, abbiamo lanciato una campagna specifica “Generation@25”, che è una campagna per i diritti dei bambini con l’obiettivo di migliorare l’istruzione, per noi fondamentale: l’istruzione è il salvavita più importante per queste popolazioni. Ma anche prevenire la malnutrizione in India, porre fine alla defecazione all’aperto nel Nepal e assicurare a tutti i bambini in Bangladesh la registrazione alla nascita. E’ importante. Non si tratta soltanto di un diritto. Bisogna tener presente che la mancata registrazione di un bambino alla nascita è sintomo di diseguaglianza e di disparità sociale: i bambini non registrati hanno difficoltà a frequentare la scuola, non hanno possibilità di accesso ai servizi sanitari. E non dobbiamo neanche dimenticare che questi bambini sono i figli delle famiglie più povere e delle madri analfabete. Quindi ecco perché l’istruzione è fondamentale ovunque, in tutte le parti del mondo: l’istruzione non solo migliora le condizioni di vita di questi bambini, ma migliora anche economicamente le condizioni del Paese. E’ questa la risposta ai drammi che vivono molti Paesi ancora.








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