2014-09-14 14:56:00

Sagra Musicale Umbra: il cardinal Ravasi premia il compositore Venturini


Rivestire di note la madre di tutte le preghiere della cristianità, il Pater noster, è intento che ha visto cimentarsi lungo i secoli moltissimi compositori dai nomi illustri. Ad arricchire questa antica tradizione è stata la 69.a Sagra Musicale Umbra che, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi, ha celebrato ieri sera, nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, l’atto conclusivo della seconda edizione del Concorso di composizione per un’opera di musica sacra “F. Siciliani”.

Fra le tre partiture finaliste - rese come sempre magistralmente, all’interno di un ricco programma di brani sacri, dal St. Jacob’s Chamber Choir di Stoccolma diretto da Gary Graden - la Giuria internazionale presieduta da Ennio Morricone, ieri assente al concerto per motivi di salute, ha premiato l’originalità e l’inventiva espresse dal compositore udinese Andrea Venturini, che ha ricevuto il premio dalle mani del cardinale Gianfranco Ravasi.

A suscitare grande interesse e partecipazione, così come accaduto nella prima edizione del Concorso nel 2012, è stata la possibilità offerta ai giornalisti specializzati e alle 200 persone presenti al concerto di votare la composizione preferita su un sistema di tablet collegati in tempo reale a un software. Unanime in questo caso l’esito dei conteggi, entrambi risultati a favore del giovane compositore di Vicenza, Leonardo Schiavo, che ha prevalso sia su Venturini sia sul terzo finalista, Federico Zattera. Al termine del concerto, il direttore del festival umbro Alberto Batisti, ha sottolineato il valore assoluto della libertà, tema guida della Sagra di quest’anno e “sigillo ideale”, ha ribadito, di qualsiasi aspirazione civile e umana.

E il tema della libertà, da un versante eminentemente religioso e culturale, era stato trattato nel pomeriggio, durante un’affollata conferenza, dal cardinale Gianfranco Ravasi, con un denso e magistrale intervento tenuto nell’Aula magna dell’Università per stranieri di Perugia. Distinguendo tra una libertà da - cioè dal male e da una visione dell’esistenza ripiegata su di sé, ammalata di “autismo spirituale”, e all’opposto una libertà per, ovvero capace di apertura e di confronto - il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha definito la libertà “una grande avventura” che l’uomo, ha detto, “non può esercitare da solo” ma in un contesto di “dialogo”. E soprattutto, ha concluso, con uno sguardo capace di guardare “alle stelle”, simboli di quella “coscienza morale” che oggi pure brilla ma spesso per la sua assenza. (A.D.C.)








All the contents on this site are copyrighted ©.