2014-09-11 14:03:00

Stazione Spaziale Internazionale, esempio di cooperazione


Atterrati in Kazakhstan tre astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Si tratta di due russi e un americano che hanno trascorso nello spazio quasi sei mesi, durante i quali – tra le altre cose - hanno girato attorno alla Terra per ben 2.700 volte. Una missione segnata dalla stretta cooperazione tra diversi Paesi, nonostante le tensioni geopolitiche che spesso tendono a dividere le cancellerie. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Giovanni Caprara, giornalista scientifico del "Corriere della Sera" e presidente dell’Unione dei giornalisti scientifici italiani:

R. – La Stazione spaziale internazionale è il più grande progetto di cooperazione internazionale mai esistito, tanto che mettere assieme diversi Paesi è stata un’impresa – è stato detto – più difficile che realizzare, da un punto di vista tecnologico, la base cosmica. Però, si è riusciti e quindi è un esempio molto importante di come – mettendo da parte le contrapposizioni che nascono sulla Terra – nello spazio si può proseguire a vantaggio dell’intera umanità. Questo viaggiare di continuo tra la Stazione spaziale e la Terra è iniziato nel 1998 e nel tempo si è consolidato, e oltre a equipaggi russi e americani, ci sono equipaggi giapponesi, europei...

D. – Come vengono ricomposti gli interessi dei singoli Paesi, che pure ci sono?

R. – Ci sono accordi internazionali per cui tutto parte da questa logica di attribuzione legittima, legata alla nazione che ha realizzato una parte della stazione dove si lavora, salvo ovviamente diversi accordi; perché ci possono essere strumenti realizzati congiuntamente da diverse nazioni e quindi il risultato deve essere condiviso.

D. – Cosa dire dei risultati scientifici ottenuti fino ad ora?

R. – Una Stazione spaziale è una frontiera nella quale l’uomo si misura per realizzare cose impossibili sulla terra, sfruttando una risorsa fondamentale che è l’assenza di gravità: infatti, senza la forza di gravità si possono produrre nuovi farmaci, nuove leghe metalliche, quindi nuovi prodotti che portati sulla terra consentono di vivere meglio. Poi, c’è anche un’altra frontiera altrettanto importante che riguarda lo studio dell’uomo, perché messo in condizioni estreme si possono capire meglio i suoi problemi e affrontarli con interventi che non sarebbero comprensibili sulla terra. Primo fra tutti, ad esempio, è la decalcificazione ossea che riguarda tutti gli astronauti - generata appunto dall’assenza di gravità - ed è un problema che se viene risolto può aiutare l’analoga situazione che si verifica nel proseguo degli anni - con l’arrivo dell’anzianità – e che potrebbe portare alla produzione di un farmaco capace di rendere più sicuri e può consolidare le ossa quando perdono il loro prezioso contenuto di calcio.

D. – Tra gli obiettivi e i risultati c’è anche quello di condividere queste scoperte, o questa attività con le scolaresche; un ambito che si è sempre più sviluppato in questi anni...

R. – Sono iniziative che coinvolgono gli astronauti per dimostrare cosa si può fare lassù. Questa è una sorta di scuola dallo spazio, un lavoro nel quale gli astronauti periodicamente si impegnano compiendo collegamenti – tra l’altro, in diretta - con le scuole di diverse nazioni; se ne sono fatti diversi anche con l’Italia. Questo è un aspetto importante perché fa parlare direttamente gli astronauti con i ragazzi delle nostre scuole; tra l’altro gli stessi radioamatori si sono impegnati su questa frontiera in modo da consentire facili collegamenti.

D. – Prima i collegamenti erano solo a livello audio, ultimamente si è aperta anche la dimensione visiva...

R. – Certamente, il collegamento ora è completo sotto ogni aspetto: questo consente di interagire, in maniera molto più efficace, sia da parte degli astronauti, che dei ragazzi nelle scuole, perché mentre si effettua il collegamento vedono gli astronauti, vedono cosa stanno facendo quindi c’è un lavoro in comune quasi come se i 400 chilometri di altezza si annullino nel momento in cui c’è questa unione tra la terra e lo spazio, tra la scuola e la Stazione spaziale.








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