2014-09-10 14:52:00

Obama: raid Usa contro jihadisti anche in Siria



Orrore in Iraq dove i corpi di 30 Yazidi, tra cui cinque bambini, uccisi dai jihadisti dello Stato islamico (Isis), sono stati rinvenuti in una fossa comune scoperta nel nord, in un'area riconquistata dai Peshmerga curdi. Intanto a Baghdad, durante la visita a sorpresa del segretario di Stato Usa Kerry, un doppio attentato suicida ha provocato 15 vittime. La comunità internazionale ha assicurato Kerry non resterà a guardare lo Stato islamico mentre cresce e si diffonde ma lo eliminerà. Siamo pronti ha aggiunto a sostenere il nuovo governo iracheno.
 

Il presidente statunitense Barak Obama dovrebbe annunciare questa notte i nuovi raid contro l’Is in Siria e Iraq, mentre prosegue la staffetta diplomatica del segretario di Stato, John Kerry, per ottenere l’appoggio dei Paesi arabi alla coalizione internazionale. Anche la Francia si è detta disposta a partecipare ai raid. La deputata irachena Vian Dakhil denuncia che sono cinquemila le donne yazide attualmente in ostaggio dei jihadisti del sedicente Stato Islamico. Elvira Ragosta:

Per John Kerry, prima la visita con il neopremier iracheno al Abadi, poi il trasferimento a Gedda, dove si riunisce il Consiglio di cooperazione del Golfo e i rappresentanti di Egitto Turchia e Giordania. In tarda notte si attende l’annuncio ufficiale della Casa Bianca per possibili nuovi raid aerei su Siria e Iraq, ma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov esprime il suo timore che l’offensiva aerea in Siria nasconda il pretesto di colpire le forze governative. Abbiamo chiesto un commento a Massimo Campanini, docente di storia di islam contemporaneo all’Università di Trento:

R. – E’ evidente che i Paesi arabi cerchino di trovare in Obama una rispondenza alle loro paure, ai loro timori, così come è evidente che la Russia cerchi di salvaguardare il suo ruolo in Medio Oriente. La Russia deve – quasi per dovere geostrategico – cercare di marcare la sua differenza rispetto agli Stati Uniti, ma poi evidentemente non sarà in grado di rifiutare un eventuale intervento americano.

D. – L’annuncio della nuova offensiva contro il sedicente Stato Islamico da parte del presidente statunitense Obama è atteso per questa notte. E’ una giornata particolare, perché siamo al 13.mo anniversario dell’11 settembre … 

R. – Sì: indubbiamente, la data scelta è simbolica perché non è che ci siano momenti maggiori e di maggiore utilità o di minore utilità per scatenare l’attacco contro l’Is; e vuole altrettanto evidentemente rimarcare il ruolo protettivo – per dire così – che gli Stati Uniti potrebbero o vorrebbero svolgere in Medio Oriente.

D. – In questi giorni c’è allerta per il terrorismo in Occidente: alcuni Paesi hanno aumentato le loro misure di sicurezza. Pericolo che oggi arriva anche da Libia e Somalia, Paesi dove il caos politico ha creato come una fucina di terroristi …

 R. - … ma è chiaro che la debolezza intrinseca di tutti questi Paesi favorisca l’espansione e il radicamento di forze oscure di tipo jihadista ed estremista al loro interno. Una politica mediorientale che cerchi di sostenere la democrazia e comunque lo status quo può essere estremamente utile per salvaguardare anche l’infiltrazione del jihadismo in Europa.








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