2014-09-10 14:58:00

Card. Sandri: Iraq, fermare aggressore. Petrolio e armi dietro violenze


Non si può pensare ad un Medio Oriente senza cristiani, le Nazioni Unite difendano la dignità di tutte le minoranze: così, in sintesi, il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, è intervenuto ieri a Washington, al summit inaugurale dell’Associazione “In defense of christians”. Si tratta di un’organizzazione no-profit che riunisce i capi delle Chiese Orientali, cattoliche ed ortodosse, insieme ad altri esponenti della vita sociale e politica mondiale, con l’obiettivo di riflettere sul modi in cui la comunità internazionale può agire in favore delle popolazioni del Medio Oriente. In questa regione, ha detto il porporato, si verifica “il più inaccettabile disprezzo della libertà religiosa e di ogni altro diritto umano” e le minoranze, non solo cristiane, vengono sottoposte a “sofferenze immani”.

Guardando ai “terribili avvenimenti” che si verificano specialmente in Iraq e in Siria, dove infuriano le milizie dello Stato Islamico (Is) – senza dimenticare l’Africa, soprattutto la Nigeria – il card. Sandri ha elencato i drammatici episodi di decapitazione, crocifissione, conversione ed espulsione forzata, infibulazione, distruzione dei luoghi di culto, rapimento, profanazione di Chiese e monasteri. Non solo: a tutto ciò si aggiunge “il barbaro indottrinamento di bambini di dieci anni, costretti ad inneggiare contro i presunti nemici e ad imbracciare le armi”, invece di giocare e andare a scuola, come i loro coetanei. Di qui, l’appello forte del cardinale prefetto affinché “ogni sostegno politico, economico e militare all’Is” ed alla sua “follia omicida” sia “esplicitamente rigettato” e venga interrotta “la complicità di un silenzio diffuso che avvolge il conflitto in Siria”.

“Non condivido e chiedo che non prevalga mai” – ha continuato il card. Sandri - la posizione di chi parla di “scontro di civiltà e di guerra in atto tra Islam e Cristianesimo”, anche se c’è chi tende a distruggere “purtroppo la chiara realtà di una convivenza culturale rispettosa e proficua” e mentre in Occidente “spesso si cade nella trappola di considerare la cultura araba come integralmente musulmana”. Al contrario, ha evidenziato il porporato, “non si può tacere il dubbio” dell’incidenza sul conflitto di “ingenti interessi economici in gioco”: “commercio di armi, controllo dei pozzi di petrolio e dei giacimenti di gas”, il tutto in nome di una “cultura dello scarto”, che lascia spazio “all’interesse economico personale”, annientando o non considerando “l’altro, la sua vita, la sua dignità”.

Quindi, a gran voce, il porporato ha chiesto che le Nazioni Unite “diventino sempre più e in modo trasparente” il luogo in cui “tutti i popoli difendano concretamente con risoluzioni ed azioni adeguate la dignità dei cristiani del Medio Oriente” e di ogni altra minoranza. “Con forza ripetiamo”, ha affermato il porporato, che il ritorno dei cristiani, in particolare a Mosul, “deve essere assicurato, pena la dissoluzione di una società che per secoli è stata capace di convivenza reciproca”. “Va fermato l’aggressore ingiusto – ribadisce il card. Sandri – ma non limitiamo il pensiero al solo uso della forza, in alcuni casi necessaria, e comunque solo entro il quadro di un accordo internazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite, coinvolgendo i Paesi arabi e musulmani”.

Sempre ieri, inoltre, il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali è stato invitato ad intervenire al Consiglio permanente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Anche in questa occasione, il porporato si è soffermato sul conflitto mediorientale, sulle “barbarie e le atrocità che colpiscono i più deboli, come agli anziani, le donne ed i bambini”. Il card. Sandri ha ricordato, poi, i sacerdoti rapiti in Siria ed i giornalisti “brutalmente uccisi” nel conflitto, pregando che “il loro sacrificio smuova le coscienza del mondo intero”. Non si può restare in silenzio, ha aggiunto il cardinale prefetto, di fronte alle minacce che colpiscono le Chiese di Terra Santa, luogo “culla dell’universale piano di salvezza nell’amore”. Chiedendo, quindi, a tutti i leader spirituali di “prendere posizione contro la violenza cieca e barbara”, il rappresentante vaticano ha sottolineato la responsabilità di “educare i fedeli a non cedere ad una visione del conflitto tra civiltà o religioni”. (A cura di Isabella Piro) 








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