2014-09-10 12:22:00

Al Sinodo i coniugi Miano per raccontare la bellezza della famiglia


Ascolto, responsabilità, testimonianza: sono le tre parole che accompagneranno Franco e Giuseppina Miano al terzo Sinodo straordinario sulla famiglia, in programma in Vaticano dal 5 al 19 ottobre prossimi. I due coniugi, entrambi docenti universitari di Filosofia, parteciperanno all’Assemblea in veste di “esperti”, ovvero collaboratori del Segretario speciale. Altre 13 coppie di sposi faranno parte, invece, degli uditori. Ascoltiamo i coniugi Miano al microfono di Isabella Piro:

R. – (Prof. Franco) Questo Sinodo straordinario sulla famiglia è una grande, bellissima occasione di riflessione su un qualcosa che sta particolarmente a cuore a tutti i cristiani, che sta particolarmente a cuore alla Chiesa per l’importanza che la famiglia riveste per la vita della società, per la vita di tutti. Quindi, siamo stati veramente contenti di questa nomina.

R. – (Prof.ssa Giuseppina) Avvertiamo la responsabilità della quale siamo investiti attraverso questa nomina e questa esperienza che andremo a vivere.

D. – Voi siete genitori ed anche docenti universitari, quindi sempre a contatto con i giovani. Quale contributo potrà dare questo vostro ruolo a questo Sinodo?

R. – (Prof. Franco) Un contributo fattivo in una direzione fondamentale, perché mia moglie ed io siamo convinti dell’importanza, oggi, di raccontare che la vita della famiglia è prima di tutto bellezza, amore, gioia; anche fatiche, anche difficoltà, ma affrontate con uno spirito positivo, affrontate con un’attenzione che consente di superare le difficoltà. Prima di tutto, bisogna dire che può esistere una bella vita di famiglia: questo è il racconto che dobbiamo fare, che dobbiamo dare alle nuove generazioni. In un certo senso, è un atto dovuto.

R. – (Prof.ssa Giuseppina) L’apporto che viene da noi è quello della concretezza che deriva dall’essere dentro fino in fondo alla realtà della quale si parlerà durante il Sinodo, perché quando si parla della famiglia non si parla di qualcosa di astratto, ma si parla di una realtà di vita e di relazione nella quale entrano profondamente le esperienze che compongono la nostra vita di persone. La professione che svolgo mi porta non soltanto ad essere impegnata professionalmente come donna, ma è un lavoro anche molto particolare perché è un lavoro fatto di studio, di riflessione, di ricerca, di confronto ed è un lavoro che comporta anche una responsabilità particolare, perché esso si svolge all’interno di una facoltà teologica e quindi implica la formazione di persone che poi avranno una responsabilità particolare nella vita della Chiesa.

D. – L’“Instrumentum Laboris” di questo Sinodo si sofferma molto sulla figura del padre, ma evidenza anche lati drammatici della condizione femminile: parla di violenza domestica, ad esempio, in varie parti del mondo. Qual è la vostra riflessione su questo punto?

R. – (Prof. Franco) A proposito del padre, io credo che le sottolineature presenti nell’Instrumentum Laboris pongano all’attenzione di tutti un problema che, specie nelle società occidentali, è particolarmente urgente: cioè, far sì che ciascuno dei due genitori possa recuperare la specificità del suo ruolo, che significa la specificità del suo dono, e quindi che il padre possa essere fino in fondo se stesso, capace di una accompagnamento amorevole, ma anche in grado di esercitare un ruolo di guida, di accompagnamento sicuro ed autorevole. Ecco: l’autorevolezza della figura paterna va recuperata.

R. – (Prof. Giuseppina) Perché la dignità della donna venga riconosciuta fino in fondo e in maniera fattiva, reale, credo che ci sia ancora molta strada da fare. E credo che ci sia molta strada da fare perché anche l’autenticità della relazione diventi qualcosa di possibile, concreto. Il problema della violenza sulle donne è un problema che non riguarda soltanto le donne: riguarda gli uomini e le donne, riguarda il modo in cui viene concepita e vissuta la relazione tra le persone e riguarda il senso, anche, della nostra umanità. La violenza sulle donne è indice di una disumanizzazione crescente o di un cammino di umanizzazione che ha ancora davanti a sé molta strada da percorrere.

D. – Prof. Franco, Lei è stato in passato presidente dell’Azione Cattolica: questa sua esperienza L’aiuterà nel portare avanti anche il suo lavoro sinodale?

R. – (Prof. Franco) Sicuramente mi aiuterà, perché l’esperienza dell’Azione Cattolica è prima di tutto l’esperienza di una grande famiglia: di una grande famiglia al servizio della Chiesa e al servizio della società. La famiglia in cui ci sono i bambini, i giovani, gli adulti, gli anziani, ci sono i singoli e ci sono le coppie di coniugi … E quindi questo senso di famiglia, di un’associazione unitaria, è un altro elemento di cui oggi si ha particolarmente bisogno, perché sempre più la vita della Chiesa va colta come la vita di una famiglia. E l’esperienza dell’Azione Cattolica mi ha fatto incontrare in questi anni tante persone, e quindi venire a contatto con le tante esperienze di bene diffuse sul nostro territorio nazionale – ma in una certa misura, in tutto il mondo – e anche le fatiche che oggi si avvertono e a cui la Chiesa può dare un proprio contributo, anche di impegno e di soluzione dei problemi.

D. – Il Sinodo dura due settimane: i vostri figli, come hanno accolto questa notizia?

R. – (Prof. Giuseppina) I figli sono stati molto contenti! Sono abbastanza grandi, ormai, perché sono tutti e due universitari; sono pienamente partecipi, anche – lo sono sempre stati, lo sono anche questa volta – del nostro impegno. In qualche modo sono coinvolti anche loro in questa esperienza, come nelle tante esperienze di impegno di vita familiare. E questa è una cosa bella perché noi pensiamo al nostro impegno al Sinodo, così particolare e così speciale, nello stile della condivisione ampia all’interno della famiglia. Quindi, pensiamo che ci venga chiesto di offrire non un apporto di tipo teorico, astratto, ma un apporto che nasce dalla vita, dalla concretezza della vita. E dentro questa concretezza della vita, della nostra vita familiare, c’è chiaramente – in maniera molto forte, importante – il rapporto con i figli: il dialogo ed il confronto con loro.

D. – Quindi, quali sono i vostri auspici per questo Sinodo, considerando anche che l’Assemblea del 2014 sarà la prima tappa di percorso che si completerà con il Sinodo generale del 2015, anch’esso dedicato alla famiglia?

R. – (Prof. Franco) Auspichiamo che possa essere una bellissima occasione di riflessione illuminata dallo Spirito, capace di un dialogo vivo e significativo, capace di un ascolto attento della realtà in cui siamo e delle voci di tutti.

R. – (Prof. Giuseppina) L’auspicio è quello di un coinvolgimento ampio, perché la Chiesa diventi sempre più capace di accompagnare la vita delle persone, di accompagnarle all’incontro con l’amore del Signore che trasforma la vita, che la rende bella e luminosa e che libera le migliori potenzialità dell’umano, elevandone la dignità e il senso profondo.








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