L’Iraq ha votato la fiducia al nuovo esecutivo guidato dal primo ministro Haider al Abadi. Plaude il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Il presidente americano Barack Obama ha telefonato al nuovo premier. Sottolineata la necessità di continuare a lavorare per far fronte alla minaccia postadall'Isis". Marina Claculli:
I ministri proposti dal nuovo premier al-Abadi sono stati approvati dal parlamento di Baghdad, con l’eccezione di due: per nominare il ministero della difesa e degli interni al-Abadi ha chiesto ancora una settimana. Si tratta di un “importante passo in avanti” – ha commentato John Kerry – mentre la minaccia dello Stato Islamico avanza nel nord-ovest del paese, contrastata prevalentemente dai kurdi spalleggiati dai raid americani. Washington ha puntato tutto su un nuovo governo, che sia capace di mediare tra Baghdad e i poteri locali di un Iraq sempre più diviso, soprattutto tra sunniti e sciiti. Resta aperta però anche la cruciale questione del Kurdistan autonomo. Erbil, la sua capitale, rivendica più poteri, soprattutto nel controllo dei giacimenti di petrolio e gas. Ieri il blocco parlamentare curdo ha disertato la parte iniziale della sessione, a eccezione del presidente Fuad Masum, ma a lavori iniziati i deputati curdi sono entrati e si sono registrati. Nuri al-Maliki, il premier uscente e screditato dall’America e dal paese, è stato nominato vice-presidente: una nomina strategica che fa cadere fortunatamente l’ipotesi drammatica di una frattura della legittimità tra al-Maliki e al-Abadi.
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