2014-09-09 07:38:00

La tragedia aerea in Ucraina non è stata per errore umano


Il volo Mh17 della MA precipitato in Ucraina il 17 luglio fu colpito da "numerosi oggetti" che hanno "perforato l'aereo ad alta velocità". E' quanto afferma il rapporto  preliminare sull'incidente, diffuso dal Board olandese per la Sicurezza. A quanto si legge "non vi sono prove di errore tecnico o  umano". La notizia arriva mentre regge sostanzialmente il cessate il fuoco entrato in vigore, venerdì scorso, tra Kiev ed i separatisti filo-russi pur con alcune gravi violazioni. Quattro soldati ucraini sono stati uccisi nell'Est del Paese e i militari di Kiev denunciano colpi di mortaio e razzi da parte di filorussi sull'aeroporto di Donetsk. In ogni caso, i presidenti di Kiev e Mosca, Petro Poroshenko e Vladimir Putin, fanno sapere che continuano a "discutere dei prossimi passi per facilitare una soluzione pacifica della crisi nel Sud-Est dell’Ucraina". Da parte sua, l’Ue ha varato nuove sanzioni contro la Russia ma le ha congelate in attesa di sviluppi sulla tregua. Una nuova riunione degli ambasciatori dei 28 governi della Ue è stata convocata domani. Per una valutazione di questo momento nella crisi ucraina, Fausta Speranza ha intervistato Aldo Ferrari, docente di storia della Russia e dell'Europa orientale all'Università Ca' Foscari di Venezia:

R. – Sicuramente in questo momento ci si studia. Si è arrivati ad una situazione di compromesso: la controffensiva dei separatisti, appoggiati da Mosca, ha restituito una sorta di equilibrio e adesso si può trattare; mentre, circa un mese fa, sembrava che la Russia stesse perdendo completamente la faccia in Ucraina. Adesso la situazione è più equilibrata e si può trattare. Speriamo che questa tregua vada in porto; non è la prima volta che si spera che la situazione possa migliorare, ma c’è poca buona volontà da tutte le parti, non solo da parte della Russia e dell’Ucraina. È comunque una situazione migliore di quella che si registrava un mese fa.

D. – E’ possibile ragionare sui concreti passi che si possono fare per costruire una pace e una situazione di svolta?

R. – Bisognerebbe che tutte le parti si sedessero seriamente a un tavolo, non come è già stato fatto - in maniera formale - ma in maniera sostanziale, per stabilire quello che va fatto di questo Paese - l’Ucraina - a prescindere dalla retorica internazionale, basandosi molto sulla realtà della situazione, sulla realtà del campo, sulla situazione effettiva delle forze contrapposte. Se ci fossero equilibrio e buona volontà e soprattutto la consapevolezza che ognuna delle parti - sia quelle direttamente coinvolte, che agenti esterni - deve sacrificare qualcosa, perché non si può pretendere di avere tutto, allora questa sarebbe una svolta, sarebbe l’inizio di una effettiva soluzione della situazione.

D. – Ci sono però dei rischi a protrarre troppo a lungo questa situazione sospesa?

R. – I rischi ci sono ma d’altra parte la situazione è già molto tesa, è rischiosa: il rischio che i rapporti tra la Russia e l’Occidente continuino a deteriorarsi è reale, il rischio di una ripresa del conflitto militare è reale; e - ancora più in là - il rischio che questo conflitto con l’Occidente spinga la Russia verso la Cina è reale, con un danno sia per la Russia che per l’Occidente. Siamo in una situazione davvero molto delicata: gli equilibri che avevano retto negli ultimi decenni stanno saltando e ci troviamo di fronte ad un momento di grande importanza storica. La situazione è complicata, ancora non si vede una via d’uscita ma credo che questa situazione di stallo possa, almeno potenzialmente, preludere ad un miglioramento della situazione.








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