2014-09-09 15:16:00

Iraq. Lotta a terrorismo, priorità del nuovo governo al Abadi


Il parlamento iracheno ha approvato il nuovo governo di unità guidato dal premier sciita al Abadi: priorità del nuovo esecutivo sarà al lotta al terrorismo e in particolare ai jihadisti dell'autoproclamato Stato Islamico (Is). Restano da confermare i nomi dei ministri di Interno e Difesa. Il servizio di Elvira Ragosta:

Appoggio e congratulazioni al primo ministro iracheno al Abadi arrivano dalla Comunità internazionale per la formazione di un governo sul quale soprattutto gli Stati Uniti hanno puntato, affinché fosse portata avanti la necessaria mediazione tra Baghdad e i poteri forti. Per la prima volta, infatti, secondo alcuni, il parlamento ha potuto votare un reale programma di governo, ma critiche arrivano sulle modalità di ripartizione delle rappresentanze, che resterebbero uguali al precedente esecutivo, tenendo in stallo il Paese nella divisione tra sciiti e sunniti. Latif al Saadi, giornalista iracheno in Italia:

"Per la prima volta c’è un programma completo, che cerca di risolvere tutte le problematiche degli ultimi otto anni o degli ultimi quattro anni di governo al Maliki. Questo è un fatto positivo. Ma il sistema si basa sulla stessa distribuzione del 2003, secondo la quota religiosa, etnica: il vice presidente, il vice primo ministro sono proprio i capi di queste grandi liste sciite, sunnite, curde o di altri".

Il nuovo governo, nel quale c’è da riempire ancora la tessera del Ministero dell’Interno e della difesa, si insedia mentre nel nord-est del Paese si continua a combattere. Almeno 16 miliziani del sedicente Stato Islamico sono morti in un raid aereo su Tel Afar, città a ovest di Mosul. Intanto il segretario di Stato americano Kerry è a Gedda, per dialogare con i ministri degli Esteri dei Paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo e chiedere il loro appoggio alla coalizione internazionale contro i miliziani jihadisti voluta dal presidente americano Barak Obama. Entro domani dovrebbe infatti arrivare l’annuncio dalla Casa Bianca della nuova offensiva aerea in Iraq.

 








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