Ad Anversa si sono levate le voci di dolore dei cristiani, degli yazidi, dei caldei, dei siriaci: di fronte al dramma delle guerre resta ferma la centralità delle religioni che devono stare insieme. E’ l’appello del fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, al termine del 28.mo Incontro per la pace tra le religioni mondiali, in corso in Belgio. Stasera, la cerimonia di chiusura con la lettura dell’appello di pace firmato da tutti i leader religiosi. La nostra inviata, Francesca Sabatinelli:
Il mondo globale non è adatto ai terribili semplificatori; ciò che accade non è jihad contro crociate. Ciò che accade – i conflitti, la violenza – è complesso e articolato e richiede uno sforzo di comprensione e adattamento. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, fa il bilancio dell’appuntamento tra le religioni ad Anversa ribadendo come proprio le guerre in atto, citando Medio Oriente e Nigeria, ci debbano portare ad avere un atteggiamento più intelligente:
“I terribili semplificatori sono quelli che lavorano poi sulla paura, sono i fondamentalisti, sono i terroristi ma sono anche quelli che non vogliono faticare a capire, faticare a incontrare. Stiamo attenti ai terribili semplificatori, perché seminano nella loro irresponsabilità. E qui c’è una grande responsabilità della cultura, dei media, della politica di spiegare che il mondo è complesso, che non si può essere ignoranti in un mondo come questo. Il messaggio che è uscito da queste tavole rotonde è: la pace dev’essere molto concreta, si deve fondare sulla realtà: quindi, basta alle semplificazioni. E poi, noi non rinunciamo alla speranza di pace perché siamo credenti: credenti di tutte le religioni. Ma non ci rinunciamo perché conosciamo la storia, e perché la storia degli ultimi decenni mostra che ogni volta che si è fatta la guerra, la situazione è sempre stata peggiore”.
Il fondatore di Sant’Egidio va con il pensiero agli “amici” rapiti in Siria: ricorda i due vescovi ortodossi, il padre gesuita Dall’Oglio, le due cooperanti italiane. “Siamo sensibili al loro dramma”, dice, però poi sottolinea come siano soprattutto i musulmani a essere uccisi dai musulmani. L’alleanza tra ignoranza e miseria provoca il fanatismo, prosegue; basta, quindi, parlare di guerre di religioni: sono guerre confessionali, nazionaliste, infra-religiose. Fa il riferimento alla violenza tra due “popoli fratelli”, ucraini e russi, una guerra non tra cattolici e ortodossi ma di chiaro stampo nazionalista, e poi precisa: “Dobbiamo scoprire e mettere in luce le ragioni politiche, concrete, e poi l’utilizzazione della religione come l’ultima ideologia vivente”.
Riccardi poi ritorna alla proposta di una Onu delle religioni, così come formulata dall’ex presidente israeliano Shimon Peres al Papa. Significa creare una nuova istituzione che segni la centralità delle religioni e il contatto permanente a livello globale e locale tra le fedi. “Mai soli!”, è l’appello di Riccardi all’Europa, alla quale si chiede un ruolo attivo e soprattutto di riavviare il dialogo con le istituzioni religiose. In questo scenario è dunque attuale lo spirito di Assisi? “Sì”, dice Riccardi, ripensando però il rapporto tra le religioni in una situazione di grande conflitto.
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