2014-09-08 14:19:00

Obama annuncerà mercoledì nuova offensiva contro l'Is


In Iraq, si continua a combattere: almeno dieci persone sono state uccise un doppio attentato suicida oggi a Nord di Baghdad, mentre sarebbero 16 i miliziani dell’Is morti in un raid aereo a Nord di Mosul. Intanto si compatta il fronte internazionale contro i miliziani jihadisti dell’autoproclamato califfato islamico e da Ginevra l’Alto commissario Onu per i diritti umani afferma che i miliziani jihadisti stanno trasformando in "un mattatoio" le aree sotto il loro controllo. Il servizio di Elvira Ragosta:

E’ atteso per mercoledì, vigilia del 13.mo anniversario dell’11 settembre, l’annuncio ufficiale del presidente statunitense Barack Obama per la nuova offensiva aerea contro i miliziani jihaidisti in Iraq e Siria. Oltre alla coalizione internazionale, che al momento conta 10 nazioni, anche la Lega Araba darà sostegno politico e militare contro il terrorismo. Potrebbe questo fronte occidentale, appoggiato anche da Paesi come l’Arabia Saudita e il Qatar, determinare un contingente avvicinamento tra le fila del terrorismo, ovvero tra Is, Al Qaeda e terroristi isolati? Lo abbiamo chiesto a Raffaele Marchetti, docente di relazioni Internazionali all’università Luiss di Roma:

R. – Non possiamo dimenticare che esistono altri settori nel mondo arabo che, in qualche modo, sostengono e fiancheggiano il terrorismo e soprattutto nel campo ampiamente inteso dei sunniti. Questo potrebbe anche, per converso, generare un lento cammino di riavvicinamento tra i vari gruppi: anche se questo è effettivamente difficile da prevedere con certezza. Fino ad oggi l’Is è andato per conto suo, anzi – potremmo dire – che ha guadagnato terreno politico a scapito di altri gruppi terroristici, in primis di Al Qaeda. Però, qualora dovesse subire un attacco molto forte da parte del mondo occidentale e quindi si dovesse trovare in difficoltà, potrebbe pensare di riaprire un tavolo politico, in primis con Al Qaeda.

D – Nelle sue dichiarazioni, il presidente Obama ha sottolineato due punti fondamentali: il fatto che questi raid sull’Iraq saranno assolutamente diversi da quello che è accaduto nell’Iraq nel 2003; e sulla Siria ci sarà, invece, l'appoggio al "Libero esercito siriano" e non al presidente al Assad, che è ritenuto colpevole di aver utilizzato delle armi chimiche…

R. – Obama, per motivi politici ed economici, rifiuta l’opzione di terra: per motivi economici, perché naturalmente è molto più dispendioso, ma anche per motivi politici perché nell’opzione di terra è molto più facile perdere uomini e questo è un costo politico che il presidente Obama non può sostenere in questo momento. D’altro canto sullo scacchiere siriano la situazione è complessa: qualche tempo fa si parlava di un riavvicinamento – per motivi strategici – con il presidente siriano; oggi però, a seguito anche delle critiche che questo ha sollevato, Obama sottolinea invece che l’appoggio sarà esclusivamente all’esercito antigovernativo. E’ ovvio, però, che questo tipo di terrorismo è un nemico sia dell’esercito antigovernativo, sia dell’esercito governativo. Quindi è chiaro che, anche se non in esplicito coordinamento, le azioni punteranno allo stesso obiettivo e, in qualche modo, qualche tipo di sinergia – sebbene inintenzionale o non esplicita – sicuramente avrà luogo.








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