2014-09-05 13:46:00

Libia: caos a Tripoli e Bengasi, migliaia di sfollati


Gli ultimi quattro mesi di combattimenti tra gruppi rivali sia a Tripoli che a Bengasi hanno costretto alla fuga più di 250.000 persone: il dato è contenuto in un rapporto congiunto stilato dalla Missione Onu in Libia e dalla Commissione Onu per i Diritti umani. Di questi civili, sia popolazione locale che lavoratori stranieri, in 150.000 hanno trovato rifugio all’estero mentre gli altri 100.000 sono sfollati interni, tra cui numerosi membri della comunità Tawergha, già scappati da Misurata nel 2011 poiché accusati di sostenere il colonnello Muammar Gheddafi.

“Il clima diffuso di paura ha portato la gente a non parlare degli abusi commessi dalle varie milizie” ha sottolineato il rapporto che elenca nel dettaglio “tutte le serie violazioni dei diritti umani” di questi mesi e il “mancato rispetto del diritto umanitario internazionale”.

A scontrarsi nella capitale e nel capoluogo orientale - riferisce l'agenzia Misna - sono da una parte le forze del generale dissidente Khalifa Haftar – guida dell’operazione ‘Dignità’ – e gli alleati di Zintan (ovest), dall’altra le milizie di Misurata, confluite nella principale alleanza islamica Fajr Libya (Libya Dawn). In posizione dominante sia a Tripoli che a Bengasi i combattenti islamici, che nella capitale hanno preso il controllo dell’aeroporto e dei ministeri.

Le due parti vengono accusate di aver commesso “attacchi deliberati con ogni tipo di armamento” contro i civili, contro infrastrutture pubbliche e private, in particolare ospedali, ma anche torture, esecuzioni sommarie e rapimenti, “nel più totale disprezzo per la vita umana”. Il rapporto Onu chiede di “destituire dai propri incarichi e processare quanti sospettati di aver commesso crimini di guerra”. Il mese scorso il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha varato sanzioni nei confronti di “chiunque rappresenti una minaccia per la stabilità e la democrazia in Libia”, senza però pubblicare la lista delle 250 persone potenzialmente colpite dal provvedimento.

Intanto sul terreno non si fermano le violenze: bombardamenti aerei si sono registrati nel distretto di Buatni, alle porte di Bengasi, e nella zona di Washefana, fuori dalla capitale. Chiuse le strade che da ovest di Tripoli portano al confine con la Tunisia. I raid sono stati attuati dalle forze dell’operazione ‘Dignità’ e dagli alleati di Zintan che stanno preparando una controffensiva su Tripoli. Denunciato a Kufra (sud-est) l’atterraggio di un aereo militare del Sudan con carichi di armi da consegnare a Fajr Libia nella città di Mitiga (dieci km ad est di Tripoli). Una vicenda ancora tutta da chiarire.

Nel fine settimana la crisi libica sarà una delle questioni centrali del 142° vertice dei ministri degli Esteri della Lega Araba convocato al Cairo e al quale parteciperà il capo della diplomazia libica Mohammed Abdulaziz. (R.P.)








All the contents on this site are copyrighted ©.