2014-08-30 11:45:00

Terra Santa: revocato sciopero delle scuole cattoliche


Gli ultimi due anni sono stati difficili per le scuole cattoliche in Israele, soprattutto dal punto di vista piano finanziario: il Ministero dell’educazione israeliano ha ridotto sempre più le sovvenzioni, limitando i contributi alle famiglie. Questo ha generato, lo scorso anno, un forte deficit in diverse scuole.

Secondo le autorità israeliane, le scuole cattoliche dovrebbero diventare “pubbliche”: così potrebbero certo sopravvivere, ma al caro prezzo di perdere la loro specificità e identità. Posizione, questa, considerata discriminatoria e inaccettabile per la Chiesa cattolica in Terra Santa.

Come comunicato all'agenzia Fides dal patriarcato latino di Gerusalemme, l'Ufficio delle scuole cattoliche ha tentato di organizzare una serie di incontri a vari livelli per trovare soluzioni. L'assemblea dei vescovi cattolici della Terra Santa ha inviato diverse lettere al Ministro israeliano della pubblica istruzione per chiedere un incontro, ma negli ultimi due anni non ha ricevuto alcuna risposta.

Da qui l’annuncio di uno sciopero da tenersi il 1° settembre, primo giorno di scuola: lo aveva deciso all’unanimità il collegio dei presidi delle scuole, denominato “G14”, presieduto dal direttore, padre Abdelmassih Fahim, in presenza del vescovo Boulos Marcuzzo. I cattolici intendevano stigmatizzare il silenzio del governo israeliano, sordo a qualsiasi sollecitazione per affrontare la situazione di disagio e difficoltà in cui versano gli istituti cattolici di Terra Santa.

All’annuncio dello sciopero, il Ministero dell’istruzione ha risposto immediatamente, fissando una data per un incontro in cui esaminare i problemi e proporre nuove soluzioni. Dato questo cambiamento positivo di atteggiamento, il G14 ha mostrato la sua disponibilità all’ascolto e ha revocato lo sciopero. La situazione per gli istituti cattolici resta molto precaria e molti sono a rischio chiusura. (R.P.) 








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