2014-08-30 12:18:00

Mozambico: parrocchia locale e una di Roma legate dalla solidarietà


E’ una storia di amicizia, quella nata 23 anni fa tra due parrocchie geograficamente lontanissime, ma vicine in un comune obiettivo: far conoscere la bellezza del Vangelo a tutti. Entrambe dedicate a San Frumenzio, ma una dislocata a Roma, l’altra a Mafuiane - a 50 km da Maputo, la capitale del Mozambico - hanno iniziato la collaborazione con l’invio dall’Italia di indumenti e medicine, fino a quando alcuni parrocchiani romani hanno deciso di recarsi nel Paese africano per un periodo. Da allora, sono stati costruiti molti alloggi e una scuola materna. Marina Tomarro ha intervistato Domenico Porcelli, missionario laico e coordinatore dei gruppi di volontari che partono da Roma per dare una mano alla missione:

R. – La missione, dopo un primo periodo in cui ha aiutato la costruzione, ha capito che uno dei problemi era l’evoluzione formativa delle persone di Mafuiane. Quindi, sono state aperte delle scuole. Abbiamo una serie di piccoli progetti, che sono progetti di salute per i bambini, borse di studio e assistenza agli anziani. E’ stato costruito sul terreno della comunità un Centro anziani, che noi sosteniamo completamente. Ci sono molte piccole cose che normalmente si fanno. Ad esempio, il centro sanitario qui non ha mezzi di trasporto. Siamo chiamati quindi noi a trasportare i casi più gravi negli ospedali a qualsiasi ora della notte. D’altronde, noi lo facciamo tutti i giorni per i bambini che vengono alle nostre scuole: andiamo a prenderli la mattina e li riportiamo alle loro case.

D. – Qual è la situazione della popolazione locale?

R. – La comunità di Mafuiane vive essenzialmente la mancanza dell’acqua potabile. Ci sono quindi grossi problemi di malattie trasmettibili per i bambini. E un’agricoltura molto rudimentale, con grossi problemi quindi di produzione, di trasporto, di trasformazione, di contenimento dei prodotti. Questa è essenzialmente la realtà.

D. – Un altro problema è l’Aids: il 35% della popolazione è sieropositiva...

R. – Mafuiane è in una condizione particolare, dove l’Aids è vissuta ancora oggi come un marchio di qualcosa di tremendo. Fanno fatica quindi a dirlo. Noi sappiamo, lavorando nei centri sanitari, che anche i bambini a 14 anni hanno l’Aids. E’ vero che lo Stato oggi dà un’assistenza molto forte con i farmaci retrovirali e quindi abbiamo un aiuto.

D. – Quali sono i prossimi passi di questa missione?

R. – Abbiamo constatato che è necessario puntare molto sulla formazione dei giovani, essenzialmente, e della popolazione locale. Quindi, con la costruzione di una scuola agraria secondaria e con la fattoria, che abbiamo a disposizione nell’arcivescovato, vogliamo fare in modo che ci sia un miglioramento, sia da un punto di vista di qualità dell’istruzione, ma anche da un punto di vista della qualità della crescita della coltivazione.

Ma quanto sono importanti le opere di queste missioni? Ascoltiamo il commento dell’arcivescovo della diocesi di Maputo, mons. Francisco Chimoio:

R. – Di solito, in passato, c’era l’idea che chi viene da fuori sia l’unica persona che deve dare, ma questo è sbagliato. La fede è qualcosa di reciproco e molte volte chi viene da fuori, se non s’inserisce nella mentalità, negli usi e costumi dei locali, difficilmente riesce a trasmettere la Parola di Dio. Ecco perché chi viene la prima cosa che deve fare è capire dove si trova, capire la mentalità della popolazione. Di fatto, chi converte è il Signore, ma converte tramite la collaborazione degli uomini.

D. – Tra pochi mesi ci saranno le elezioni in Mozambico, lei cosa spera per il suo popolo?

R. – Spero veramente che siano coerenti, siano responsabili, cerchino di scegliere colui che potrà guidare il popolo mozambicano nella maggiore rettitudine possibile.








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