2014-08-29 11:45:00

Vicario di Aleppo: vogliono eliminare minoranze da Medio Oriente


La crisi in Siria, dopo tre anni e mezzo di conflitto, ha provocato la cifra record di tre milioni di profughi: si tratta - denuncia l’Onu - della più grande emergenza umanitaria della nostra epoca. Sulla situazione nel Paese, è intervenuto al Meeting di Rimini il vicario apostolico di Aleppo, mons. Georges Abou Khazen. Il nostro inviato a Rimini Luca Collodi lo ha intervistato:

R. - Finora, la Siria è stata un bel mosaico di 23 gruppi differenti: gruppi etnici e gruppi religiosi. Purtroppo, adesso, vediamo che si vuole disfare questo bel mosaico. Questi gruppi sono aiutati da gente che si dice “democratica”: ma se nella democrazia io non rispetto l’altro che è diverso da me, che democrazia è?

D. - Dietro il fattore religioso cosa si nasconde, di fatto?

R. - Fattori politici, fattori economici e tutto il resto. E noi lo vediamo. Purtroppo, vediamo anche come sia una politica, quella di svuotare l’Oriente dai suoi cristiani e dalle altre minoranze. Perche? A favore di chi? E’ lì la domanda …

D. - Il problema riguarda soltanto i cristiani o anche altre minoranze?

R. - Il problema in Medio Oriente riguarda tutte le minoranze. Invece che un bel mosaico, loro vogliono fare un quadro monocolore.

D. - Il Papa dice che è più difficile fare la pace che la guerra. Esiste una via di uscita alla situazione siriana?

R. - Per me sì, sicuramente. Lo ripeto sempre: invece di aiutarci ad ammazzarci, dandoci le armi, aiutateci a riconciliarci. Ma se continuate a darci le armi e ci ammazziamo, dove si arriva? In questo ci devono aiutare.

D. - L’Occidente ha sottovalutato la situazione siriana?

R. - L’ha sottovalutata e, di fatto, ha voluto questo. Loro dovrebbero aver imparato dalle altre esperienze e da altre regioni; nonostante tutto, hanno continuato e continuano a farlo.

D. - Come si vive in questi giorni ad Aleppo?

R. - La vita è molto difficile. Siamo stati sotto assedio per mesi e mesi, quando è mancato quasi tutto e adesso quello che manca di più è l’acqua, che comincia un po’ a tornare; e la luce. È una città di circa quattro milioni di persone senz’acqua. La gente comincia ad avere acqua grazie ai pozzi che si trovano nelle chiese, nei conventi e nelle moschee.

D. - In Siria esiste un islam moderato? Cosa dice?

R. - Per me un islam moderato esiste sicuramente, un islam che è “vissuto”. Certo, non è stato tutto “rose e fiori” nel corso della storia, però esiste un islam moderato, e questo fin dalle origini: tra gli Omayyadi, Mu’āwiya spostò la capitale, il Califfato, dalla Mecca - un ambiente chiuso - a Damasco - un ambiente molto aperto - e così è cominciata l’apertura ed è continuata. Poi basta sentire i capi musulmani; basta sentire il muftì - sia il muftì della Siria, sia il muftì di Aleppo - e altre personalità musulmane che dicono adesso: “Il Paese è nostro e noi [musulmani] siamo ospiti loro, dei cristiani, perché loro sono arrivati molto prima di noi”. So che questo non si era mai sentito prima e non si sentirà forse da altri Paesi ma in Siria si sente. …








All the contents on this site are copyrighted ©.