2014-08-29 19:53:00

Nato: azioni "illegali" russe in Ucraina. Putin: rafforziamo nucleare


L’Ucraina al centro del vertice informale dei ministri degli Esteri dell'Unione europea, oggi a Milano. La crisi sarà poi domani sul tavolo del Consiglio Ue di Bruxelles. Intanto, dalla Nato è già arrivata la condanna per quelle che sono state definite "azioni militari illegali" russe in territorio ucraino. Il servizio di Giada Aquilino:

Quasi 2600 morti in Ucraina dall’inizio del conflitto contro i separatisti filorussi, nell’aprile scorso. Lo rivela l’Onu, mentre Kiev parla di circa 800 soldati che hanno perso la vita nei combattimenti nel sud-est. La Nato ha chiesto alla Russia di mettere fine a quelle che il segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha definito "azioni militari illegali": secondo l’Alleanza atlantica, le forze di Mosca agiscono già all’interno del Paese. Al vertice di Milano, il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorsky, si è detto certo che le truppe russe si stiano "avvicinando a Mariupol". La Casa Bianca ha fatto sapere di non credere alle smentite interferenze russe oltre confine. Della crisi, domani si parlerà al Consiglio europeo di Bruxelles, convocato per la nomina dell'Alto rappresentante per gli Affari esteri, che succederà a Catherine Ashton. Sul tavolo, anche l'ipotesi di mettere a punto un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso ha intanto già parlato con il capo del Cremlino Vladimir Putin, condannando le incursioni russe in suolo ucraino. Ma il presidente russo non cambia rotta e, rispondendo alle ultime critiche, annuncia che il proprio Paese intende rafforzare il potenziale nucleare, chiedendo al contempo che Kiev avvii negoziati "sostanziali" con i separatisti e paragonando l'offensiva dell'esercito ucraino contro le città di Donetsk e Lugansk all'assedio nazista di Leningrado durante la Seconda guerra mondiale. Il Fondo monetario internazionale (Fmi), intanto, ha dato il via libera al versamento di 1,4 miliardi di dollari a favore del programma economico del governo di Kiev.

 

Per un’analisi degli sviluppi della crisi ucraina, Marco Guerra ha intervistato Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana:

R. - È veramente difficile capire perché Putin abbia deciso questa accelerazione in un momento in cui sembrava che questi incontri con Poroshenko potessero portare ad un alleggerimento della situazione, non ad un suo appesantimento. Quello che può venire in mente è che, intanto, abbia voluto, in qualche modo, aprire un fronte per alleggerire la situazione dei ribelli di Donetsk che cominciano ad essere un po’ in crisi dal punto di vista militare, e che voglia creare una fascia che vada dal Dombass e dal Donetsk - a nord - fino al sud perché la direzione da Novoazovsk verso Mariupol è quella della Crimea, creando una fascia di protezione degli interessi russi che sono quelli di aver delle vie di smercio per il gas e per il petrolio garantite e sicure. Certamente l’idea che ci sia Kiev, un governo molto filoamericano e molto antirusso con le mani sui rubinetti del gas che viene verso l’Europa, non può lasciare il Cremlino tranquillo.

D. - Quale razione internazionale bisogna attendersi?

R. - Qui c’è un po’ un gioco delle parti. Naturalmente gli ammiccamenti tra Nato e Ucraina, tra Ucraina e Nato, sono partiti molto prima di oggi. È chiaro che l’obiettivo degli Stati Uniti, e soprattutto dell’Ucraina, è proprio di arrivare a questo; per la Russia sarebbe una soluzione detestabile. Da un punto di vista della reazione, non credo che si arriverà ad una di tipo militare da parte di nessuna delle agenzie citate: Unione Europea, Onu, Nato ... Tutte quelle a cui si è rivolta l’Ucraina. Credo che sicuramente come minimo saranno inasprire le sanzioni economiche nei confronti della Russia.

D. - Quindi al momento la crisi è destinata a perdurare; non c’è alcuna soluzione pacifica in vista ...

R. - Credo proprio di no, ma d’altra parte la soluzione pacifica avrebbe dovuto essere perseguita fin dall’inizio, mentre invece sulla scorta dell’insoddisfazione della gente ucraina, gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno premuto molto per una soluzione che non contemplasse, comunque, il parere della Russia. In qualche modo, una reazione da parte del Cremlino era da attendere. Forse una reazione di tipo apertamente militare non era quella che si poteva immaginare.








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