2014-08-27 13:38:00

Rinnovamento: giovani in formazione e missione a Policoro


Fino a sabato prossimo. la città di Policoro, in provincia di Matera, ospiterà l’annuale raduno estivo per i ragazzi del Rinnovamento nello Spirito Santo. Sono attesi quasi 500 giovani tra i 16 e i 30 anni per vivere un’esperienza interessante già dal titolo “E-state Evangelizzando?”. Sarà, infatti, l’occasione per riflettere sul tema delle Beatitudini, ma anche per metterle in pratica evangelizzando per le strade della città. Un modo di rendere concreto il messaggio dato da Papa Francesco in occasione della 37.ma Convocazione del Rinnovamento di inizio giugno: «Sarebbe triste che un giovane custodisse la sua gioventù in cassaforte […]. La gioventù è per rischiarla: rischiarla bene, rischiarla con speranza». Per approfondire il programma dell’iniziativa, Paolo Giacosa ha intervistato don Fulvio Bresciani, consigliere nazionale per l’Ambito Giovani del Movimento:

R. – I ragazzi che sono arrivati per questi giorni sono oltre 450. Lo slogan iniziale di questo incontro, “E-state Evangelizzando?” è dato dalla spinta che dà il Papa all’uscire. Sarebbe divisibile in tre: “E-state-evangelizzando; oppure: “Estate evangelizzando” che vuol dire scegliere – come sanno fare tanti giovani che credono – di vivere diversamente le vacanze. Noi, tutti gli anni, come Rinnovamento proponiamo un’esperienza per i giovani a livello nazionale, fuorché quando c’è la Giornata Mondiale con il Papa alla quale aderiamo sempre. Dato che volevamo dare un taglio missionario, pensavamo di mandarli a fare un’esperienza di missione in mezzo alla gente: era ovvio che, chiamando a raccolta i giovani, non tutti avevano già un’esperienza alle spalle. Allora, abbiamo pensato di fare i primi due giorni di formazione dividendo i giovani tra quelli che hanno già un percorso dentro il Rinnovamento nello Spirito e coloro che invece sono nuovi, che sono circa 150. Dopo questi primi due giorni di formazione, avremo l’esperienza di evangelizzazione in sei luoghi diversi, qui nella zona di Policoro: abbiamo quattro punti sulla spiaggia, poi andremo in un ospedale e in un centro commerciale. Il compito dei ragazzi è annunciare Gesù, ovviamente con delle indicazioni che sono quelle del Vangelo, di non andare da soli ma andare a due a due e di avere il coraggio di dire quello che si è sperimentato incontrando il Signore.

D. – Papa Francesco ha detto che la gioventù va messa in gioco, va “rischiata con speranza”. Quanto sarà importante questo messaggio nell’incontro intitolato “Il coraggio di essere felici”?

R. – Questo è fondamentale, perché la felicità non è una cosa che si compra in giro, la felicità bisogna anche imparare a sceglierla. Se il nostro valore è tutto quello che abbiamo attorno, rischiamo di dimenticare che il primo grande valore siamo noi stessi. Il Papa dice: uno che non è contento di quello che è, come può andar fuori con gioia ad annunciare? Noi abbiamo puntato sul coraggio della fede, che non è solamente dire “io credo”: è dirlo agli altri.

D. – Si possono considerare le Beatitudini come una sorta di manuale per i giovani per affrontare la vita?

R. – Non c’è dubbio. Credo che sia un po’ una "magna charta", perché dobbiamo stare attenti: le otto Beatitudini, è vero, sono otto caratteristiche, ma prima c’è questo “Beato, Beato, Beato” che sono affermazioni su di noi e tante volte noi non ce ne accorgiamo, come non ci accorgiamo di essere dei Beati. Uno che ha incontrato il Signore è già Beato, perché lo ha incontrato. Il rischio è che i giovani vedono quello che accade e sono tristi o felici in base proprio a ciò che avviene. L’importante è capire cosa accade dentro. Lì nasce la felicità.

D. – Quali iniziative avete preparato per questa Chiesa giovane che uscirà per le strade ad evangelizzare?

R. – Gli strumenti non sono fuori di noi, ma dentro di noi. Ce l’ha detto il Papa, ma l’aveva già detto Paolo VI a suo tempo: il cristiano è l’uomo della gioia. Bisogna imparare davvero ad avere una gioia profonda dentro, che non vuol dire che tutto vada bene. Questo credo sia una grande arma di fronte a un mondo che invece si spaventa con niente. Io vedo tanti cristiani che sono abitudinari e sono anche tristi nel vivere la loro fede. Dal di fuori è chiaro che la gente non si fa venir voglia di rifare questo percorso. I giovani, invece, hanno quest’arma straordinaria: l’entusiasmo, la gioia... bisogna incanalarla. Lo vediamo già adesso, quando i giovani si incontrano e si incontrano come cristiani: sono già lì, più gioiosi che non quando sono a casa da soli.








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