2014-08-27 13:06:00

Cinema. Al Festival di Venezia un'umanità impaurita e lacerata


Si inaugura questa sera la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: nell’anno delle crisi internazionali e delle preoccupazioni globali molti dei film scelti aprono inaspettate denunce e descrizioni di un’umanità impaurita, preoccupata e spesso lacerata. Come alcuni dei titoli italiani in concorso e molte opere provenienti da aree culturali e geografiche lontane. Presentate però sotto il segno di una grande vitalità artistica e di una ricerca che riserverà molte sorprese. Il servizio di Luca Pellegrini:

Orgogliosi a Venezia per la rinnovata Sala Darsena, un restyling portato a termine con grande soddisfazione del Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, che ieri sera l’ha presentata al pubblico veneziano nel corso di una preapertura della Mostra del Cinema, anche con qualche esempio degli effetti sonori dovuti all’impianto all’avanguardia. Ma, come ha detto a tutti gli spettatori presenti, per un piccolo vezzo snobistico, è stato scelto di proiettare un film muto italiano restaurato grazie all’impegno del Museo del Cinema di Torino, Maciste alpino, un rarissimo e imperdibile film di propaganda del 1916 accompagnato da improvvisazione jazz dal vivo. E’ il segno della Mostra del Cinema 2014 che si inaugura, invece, ufficialmente questa sera in Sala Grande: una vocazione alla ricerca come identità, recuperando la missione originaria del festival, come ha più volte sottolineato il Direttore Alberto Barbera, ossia scoprire il nuovo cinema affiancandolo ai grandi titoli internazionali. E così sarà, nell’attesa di sorprese inaspettate provenienti da cinematografie lontane e sconosciute. Come film di apertura è stato scelto “Birdman - L’inaspettata virtù dell’ignoranza” di Alejandro González Iñárritu, una presuntuosa e affabulatoria piece nel corso della quale si discute molto di celebrità passata e interpretazione illuminata, il tutto durante le prove di uno spettacolo teatrale che diviene l’ultima chance per uno stanco e depresso attore in crisi, interpretato da Michael Keaton. Dovrebbe suscitare molto più interesse il film che apre la sezione Orizzonti, del regista iraniano Mohsen Makhmalbaf: “The President”. Una fiaba moderna sul potere, sulla pace, la riconciliazione e la speranza.








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