2014-08-22 19:52:00

Iraq: 70 morti per l'attacco ad una moschea sunnita


Ancora sangue in Iraq. Almeno 70 morti nell’attacco ad una moschea sunnita  nella provincia settentrionale di Diyala. Uomini armati hanno aperto il fuoco contro quanti vi si erano recati per la preghiera del venerdì ma non è chiaro chi sia stato a compiere l’attentato. Sul terreno prosegue l’avanzata dei peshmerga curdi mentre in Europa e in Italia è allerta per la paura di attacchi ad obiettivi sensibili. Il servizio di Debora Donnini:

Proseguono in Iraq i combattimenti fra peshmerga curdi e esercito regolare contro i miliziani dello Stato islamico. I peshmerga avrebbero già ripreso diverse posizioni e lanciato un offensiva per riconquistare la città di Jalawla a nord-est di Baghdad. L’Onu, intanto, ha reso noto che sono circa 700 mila i civili iracheni fuggiti nella regione autonoma curda per sfuggire alla violenza jihadista: gran parte dei rifugiati ha attraversato i confini all'inizio di giugno, quando è cominciata l'avanzata dei miliziani del Califfato islamico: sono, tuttavia, aumentati di 100.000 rispetto ai 600.000 calcolati all'inizio della settimana. E il neo-premier iracheno Al Abadi ha rivolto un appello ai cristiani perché non lascino il Paese: "I figli della comunità cristiana – ha affermato - portano un contributo importante alla diversità nazionale e religiosa dell'Iraq". In Europa, intanto, si teme per la minaccia rappresentata dai cosiddetti "foreign fighters", i volontari europei andati a combattere nei teatri della jihad. Oggi, poi, il "Global Post", testata con la quale collaborava il giornalista americano ucciso James Foley, ha diffuso il testo dell'ultima mail mandata dall'Is alla famiglia del reporter. Nella lettera i miliziani minacciano: “pagherete il prezzo dei vostri bombardamenti”.

 








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