2014-08-21 16:40:00

"Fermare l'aggressore ingiusto". Brunelli (Il Regno): "Polemiche strumentali e paradossali"


Le parole di Francesco sull'Iraq e la guerra pronunciate in conferenza stampa sul volo di rientro dal Viaggio apostolico in Corea hanno riaperto il dibattito sul concetto di 'guerra giusta' e sulle presunte maniere 'morbide', a detta di diversi opinionisti, laddove il Papa ha usato e sottolineato il verbo "fermare". "Ritengo che questo dibattito sia qualcosa di terribilmente estivo e le polemiche abbastanza strumentali", commenta Gianfranco Brunelli, direttore de Il Regno. "Addirittura mi pare rischi di essere irrispettoso di fronte alle urgenze umanitarie che si stanno ponendo in una parte del pianeta. Dovremmo avere il senso dell’urgenza invece e della drammaticità di questa situazione".

"In quanto ha detto il Papa non c’è una novità dottrinale. Le sue parole si inseriscono nel solco pieno della riflessione dottrinale e morale della Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II e della Gaudium et Spes. Il primato resta quello della pace e il rifiuto della guerra - precisa Brunelli - guerra in cui tutta l’umanità perde. Di fronte al male, ci vuole ripetere tuttavia il Pontefice, non si può essere equidistanti. Quando il male è deliberatamente scelto, si deve scegliere, con i mezzi proporzionali e necessari, di stare con le vittime e di fermare l’aggressore. Questo è il punto di fondo".

Aggiunge Brunelli: "Un atteggiamento del genere non è una forma di antiamericanismo, come taluni vanno sostenendo". Da alcuni cattolici si sono levate reazioni anche molto dure nei confronti di una certa timidezza e di un certo ritardo con cui Francesco sarebbe intervenuto a sostegno delle minoranze cristiane che rischiano ogni giorno la vita. "Il Papa non può esprimersi fino in fondo rispetto alle modalità di intervento", riprende. "Vi è una ragione di laicità, che spesso invochiamo giustamente anche rispetto al passato nel caso in cui la Chiesa non ne ha tenuto conto, e che invece stranamente non invochiamo in altri casi, quasi che debba essere il Papa ad indicarci come fare in certe situazioni. Questo mi pare davvero paradossale e culturalmente incongruo".

"Il Papa ha fatto bene ad appellarsi all’Onu, ma sa bene che l’Onu è una struttura soprattutto ideale. E questo è un problema. Ciò non toglie che si debba richiamare questo strumento come tentativo di risposta a livello internazionale. Il nodo fondamentale è che bisogna affrontare non i singoli conflitti come se fossero sganciati l’uno dall’altro ma affrontarli - conclude Brunelli - in una visione complessiva, e qui serve una ispirazione ideale profonda che oggi non vedo perché sono le democrazie occidentali ad essere in crisi".  








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