Visita di Renzi in Iraq. Secondo il presidente del Consiglio l'Europa in questi giorni deve essere qui, altrimenti non è Europa. Intanto il Parlamento dice si’ all’invio di armi in Iraq a sostegno dei curdi. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha affermato che gli islamisti dell’Isis sono un pericolo per l’Italia e per l’Europa. Alessandro Guarasci
Renzi si fa portavoce di tutta l’Europa. Il prima ha visto il presidente Masoum e il premier Al Abadi che hanno chiesto aiuto alla Ue. Poi ad Erbil il l presidente del Kurdistan iracheno Massud Barzani. Renzi ha affermato che ''l'Europa non è solo spread e vincoli. È nata per difendere una certa idea di mondo e di dignità dell'uomo. Ecco – dice - perché siamo qui. Vinceremo questa battaglia contro il terrorismo''. A Roma, le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno detto sì all’invio di armi ai curdi iracheni che stanno fronteggiando i jihadisti. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini
“È a rischio un principio, quello della convivenza tra differenze in uno stesso territorio: differenze religiose, differenze etniche, differenze di vita. Se ci limitiamo a registrare che c’è chi afferma la necessità di negare che sia possibile la coesistenza pacifica all’interno di uno stesso Stato, di uno stesso territorio tra persone differenti, credo che ne vada della coerenza dei nostri stessi principi e valori”.
Dunque l’Italia fornirà principalmente kalashnikov, già in uso ai curdi, come dice il ministro della Difesa Roberta Pinotti
“L’Italia può mettere a disposizione una certa quantità di armi portatili per la difesa personale d’aria, e relativo munizionamento, tra quelle in uso alle forze armate o detenuto per effetto di confisca. Tra esse andranno individuate quelle ritenute più necessarie dalle autorità irachene in coordinamento con gli altri Paesi europei che partecipano allo sforzo internazionale”.
Il governo è stato appoggiato dalla maggioranza. No da Sel e M5s, mentre Forza Italia ha chiesto chiarezza sulla distribuzione delle armi. Sarà comunque l’esecutivo centrale di Baghdad a supervisionare sugli armamenti ai curdi
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