2014-08-18 08:13:00

Ucraina: offensiva di Kiev sulle roccaforti separatiste


Non si allenata la morsa dell’esercito ucraino sulle roccaforti filorusse Lugansk e Donetsk, nell’est del Paese.  Intanto il ministro degli esteri tedesco Steinmeier parla di progressi riferendosi ai colloqui di ieri sera a Berlino tra le diplomazie di Mosca e Kiev. Sentiamo il servizio di Marco Guerra:

L’offensiva dell’esercito di Kiev si concentra contro le due principali roccaforti dei ribelli filo-russi: Donetsk e Lugansk. In quest’ultima città, da diversi giorni senza acqua e corrente elettrica, il governo afferma di aver ripreso il controllo di una stazione di polizia; mentre Donetsk continua a essere martellata dai proiettili dell'artiglieria che, secondo il comune, hanno ucciso almeno altre dieci persone nel fine settimana. Strenua la resistenza dei separatisti che ieri hanno abbattuto un caccia di Kiev. In quattro mesi di conflitto a est hanno perso la vita più di 2.000 persone, di cui circa 1.000 solo nelle ultime due settimane segnate da una recrudescenza dello scontro.

Sul fronte interno ucraino è invece rientrata la minaccia del leader del movimento ultra nazionalista 'Pravy Sektor' di marcare contro il governo ucraino, qualora non fosse accolta la richiesta di fermare i processi contro i suoi militanti.

Intanto si registra una nuova mediazione di Francia e Germania che ieri sera hanno partecipato al vertice a quattro a Berlino con le diplomazie di Russia e Ucraina. La discussione resta difficile ma ci sono progressi dice a margine dei colloqui il ministro degli esteri tedesco Steinmeier. Obiettivo principale dichiarato evitare “un confronto diretto tra le forze ucraine e quelle russe” e un cassate il fuoco duraturo.

Infine resta ancora fermo nei pressi della frontiera il convoglio umanitario russo di quasi 300 camion partito martedì da Mosca e diretto a Lugansk. Il governo ucraino teme che il Cremlino possa usare la colonna di aiuti per continuare ad armare i separatisti. Un sospetto alimentato dalle dichiarazioni di un leader separatista, che annuncia un rafforzamento delle file separatiste con 150 mezzi blindati e 1.200 uomini “addestrati in Russia”. Affermazione subito smentita dal Cremlino.

 








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