2014-08-18 12:43:00

Eterologa. Scienza e Vita: anche adozione sia a carico dello Stato


Entro il 2015 una legge che regoli il ricorso alla fecondazione eterologa su tutto il territorio nazionale. L’annuncio dato ieri dal ministro della Salute, Lorenzin, è accolto come un gesto di responsabilità dall’Associazione Scienza e Vita, che tuttavia ribadisce il suo "no" a questa tecnica. “Se il governo ha intenzione di inserire l’eterologa nei 'Lea', i Livelli essenziali di assitenza, faccia lo stesso per l’adozione”, spiega al microfono di Paolo Ondarza il copresidente di Scienza e Vita, Domenico Coviello:

R. – Io accolgo le dichiarazioni del ministro Lorenzin, come un atto di alta responsabilità in un settore così delicato del quale ci stiamo occupando, la fecondazione eterologa. La responsabilità sta nel fatto di voler dare una normativa chiara e uniforme per tutto il territorio nazionale sull’attuazione di questa decisione, soprattutto per l’aspetto della qualità, per fare in modo che i centri debbano attenersi a determinati standard. L’aspetto della qualità è importantissimo per la sicurezza, per la salute, dei cittadini. Non dobbiamo dimenticare che spesso si parla di questo procedimento come una cosa ormai acquisita, ma esistono rischi medici.

D. – Il ministro ha detto: “L’eterologa deve essere inserita nei livelli essenziali di assistenza, gratuita o con ticket, e per questo ci sono già 10 milioni di euro a disposizione”…

R. – Da un lato, possiamo approvare la decisione che lo Stato abbia una garanzia pubblica per non lasciare tutto in mano ai laboratori privati ma, dall’altro, direi che dobbiamo evitare discriminazioni per chi risponde a questa domanda di paternità e maternità in un modo differente. Quindi, dobbiamo ricordare che non esiste solo la risposta della fecondazione in vitro ma, come ben sappiamo, esiste anche la scelta dell’adozione come risposta al desiderio di paternità e maternità responsabile: venga egualmente messo nei "Lea" e preso a carico dal Sistema sanitario nazionale, perché risponde esattamente alla stessa domanda della coppia di paternità e maternità.

D. - Cioè voi dite: se lo Stato inserisce nei "Lea" la fecondazione eterologa, che di fatto risponde a un desiderio di genitorialità, rivolgendosi a donatori terzi, allo stesso modo il medesimo desiderio di paternità e maternità, che tante coppie vogliono perseguire, soddisfare attraverso l’adozione, deve avere lo stesso trattamento da parte dello Stato…

R. – Esattamente. Il percorso dell’adozione, come sappiamo, comporta problematiche sia di tipo psicologico che economico. Queste dovrebbero essere sostenute dallo Stato dal momento che lo Stato decide di sostenere le spese della fecondazione in vitro. Vorrei ricordare a tutti gli ascoltatori che la fecondazione in vitro, pur essendo una tecnica che viene data come consolidata, è un percorso non semplice. Io parlo con diverse coppie che vengono a fare esami di genetica nel nostro laboratorio prima della fecondazione assistita e mi accorgo che non sempre sono consapevoli delle difficoltà e dei rischi medici dovuti all’iper-stimolazione ovarica che le donne devono subire.

D. – Cioè se ne sta parlando in modo troppo semplificato?

R. – Esatto. Bisognerebbe ricordare che non è una procedura banale, solo perché  viene fatta rientrare nei "Lea". Bisogna fare molta attenzione nell’informare l’utenza in modo corretto e appropriato sui rischi di questa procedura: rischi che sono di tipo medico, rischi che sono di tipo psicologico come quelli derivanti dalla problematica della tracciabilità, di cui si è parlato ultimamente: infatti è innato nell’essere umano il voler conoscere le proprie origini biologiche.

D. – Come Scienza e Vita vi proponete anche per fornire suggerimenti a chi dovrà normare questa materia così delicata?

R. – Come sempre, Scienza e Vita con tutti i propri membri ed esperti è a disposizione. Cercheremo di avere un contatto con il Ministero e monitorare che questa legge includa tutti i criteri di qualità e di sicurezza. Inoltre, suggeriremo che vengano adottati aiuti anche per quelle coppie che decidono di ricorrere all’adozione.








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