2014-08-15 10:38:00

Messa card. Filoni tra gli sfollati. Porterà aiuti del Papa anche agli yazidi


Il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e inviato personale di Papa Francesco in Iraq, celebra oggi la Messa nella Solennità dell’Assunzione tra i cristiani sfollati nel campo profughi di Duhok, a nord della Piana di Ninive. Nell’area sono presenti circa 60mila rifugiati. Nei prossimi giorni è prevista anche una visita presso Lalish, dove è stato distrutto dai jihadisti il principale tempio degli yazidi, l’altra minoranza religiosa perseguitata in questo momento in Iraq, e a cui consegnèrà una somma di denaro a nome del Papa.

Ieri, il porporato ha incontrato ad Erbil il presidente della Regione curda Masoud Barzani, consegnandogli la lettera che il Papa gli ha indirizzato per informarlo della presenza del suo inviato al fine di manifestare apprezzamento per l’accoglienza dei profughi nella Regione curda, sia a nord che a sud della Piana di Ninive, e per ringraziare il governo curdo per l’assistenza in favore dei profughi.

Il presidente Barzani ha ricordato con piacere l’incontro avuto in Vaticano circa 2 mesi fa con il Papa e si è detto lieto del sostegno morale e delle preghiere che i cattolici rivolgono a Dio nella presente difficile situazione in cui si trova l’Iraq e tutto il Kurdistan in particolare. Barzani ha assicurato che con il suo governo farà ogni sforzo per venire incontro alle più urgenti necessità dei cristiani e delle altre minoranze sradicate dalle loro case e dai loro villaggi e ha fortemente ribadito l’impegno per liberare ogni luogo nelle mani dei jihadisti dell’ISIS essendo l’Iraq la patria di ogni iracheno e di ogni curdo. Ha anche auspicato che i cristiani rimangano in questo Paese poiché essi sono parte della cultura e della tradizione più antica di esso. Il presidente ha inoltre ringraziato i Paesi “amici” che si sono mossi per sostenere il Kurdistan in questo suo impegno politico-militare. Spera che i Paesi che hanno promesso aiuto mantengano le loro promesse e ha criticato quanti ignorano la difficile situazione in cui versa l’Iraq e il Kurdistan. Ha quindi sottolineato di non avere bisogno di uomini per difendere la Patria ma piuttosto di armi moderne e di una copertura aerea. A questo riguardo chiede la solidarietà internazionale diretta.

Da parte sua, l’inviato personale del Papa ha vivamente ringraziato, apprezzato e incoraggiato ogni sforzo ricordando che non soltanto la Chiesa parla per i cristiani ma anche per i diritti di tutte le altre minoranze. Ha difeso il diritto dei cristiani che desiderano di vivere in questa terra e di tornare nei propri villaggi. Il cardinale Filoni, inoltre, ha rilevato che alcuni Paesi hanno una grave responsabilità morale sull’attuale situazione.

Raccontando poi quanto ha avuto modo già di vedere e di sentire tra i rifugiati, ha manifestato la preoccupazione che nel cuore dei rifugiati venga meno la voglia di ricominciare in questo Paese dopo aver perso tutto ed è forse questo l’aspetto più delicato della loro vicenda. Manifestando poi il proprio apprezzamento per quanto generosamente si sta facendo per sovvenire alle prime urgenti necessità materiali della gente, ha parlato anche di quello che è un secondo livello di interventi, e cioè la migliore loro sistemazione.

Secondo stime, i cristiani rifugiati in varie parti del Paese, sono oltre 100.000, su circa 1.000.000 di sfollati. Attualmente in Ankawa, quartiere cristiano di Erbil, ci sono 23 campi di rifugiati dove sono accolte non meno di 20.000 persone, mentre altre famiglie si trovano ospitate in case private o in altri alloggi di fortuna. Il cardinale ha sottolineato la generosità di tanta gente sia nel campo del volontariato sia anche nell’aprire le porte delle proprie case ai rifugiati. Il presidente Barzani con molto senso di partecipazione ha più volte esclamato: tutti insieme moriremo o vivremo in questa Patria.

Nel pomeriggio di ieri, il cardinale Filoni, accompagnato dal Patriarca Sako, dal nunzio apostolico Giorgio Lingua, dall’arcivescovo locale, mons. Bashar Warda, nonché da altri presuli, ha visitato un campo di rifugiati presso la Chiesa siro-cattolica, dove ha incontrato varie persone, parlato con loro, raccolto le loro confidenze e preoccupazioni, visitato malati e persone con disabilità e ha ascoltato storie struggenti di come questa gente è stata cacciata dalle loro case. Qui ha anche incontrato una comunità di una minoranza tribale non-cristiana, i kaki, grati per l’essere stati accolti dalla Chiesa cattolica non avendo come piccola minoranza altra alternativa dove poter trovare rifugio.

Successivamente ha visitato il campo della parrocchia caldea di Mar Elia, dove numerosi bambini, che venivano intrattenuti da giovani volontari, hanno cantato e pregato insieme. Ad essi ha portato l’abbraccio e l’affetto del Papa. Infine, presso la Chiesa della comunità Siro-ortodossa, presente l’arcivescovo ortodosso di Mossul, ha pregato con loro, ha portato una parola di incoraggiamento e di gratitudine, e ha visitato la comunità rifugiatasi nei locali della Chiesa stessa.

La serata si è conclusa con un’ulteriore visita ad un campo di rifugiati non lontano dalla casa dell’arcivescovo caldeo di Erbil la cui abitazione è tutta circondata da qualche migliaio di rifugiati che dormono per terra, all’aperto, non solo per la carenza di strutture ma anche per il caldo torrido di questi giorni dell’estate irachena ( sono stati toccati i 45 gradi). A tutti, il cardinale Filoni ha dato un incoraggiamento e portato la benedizione del Santo Padre con l’assicurazione anche dei responsabili delle Chiese locali di venire incontro alle loro più urgenti necessità.








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