2014-08-10 10:08:00

In Italia in aumento la povertà sanitaria


Allarme povertà sanitaria in Italia. Forte l’impegno della Fondazione Banco Farmaceutico. Antonio Elia Migliozzi ha intervistato Marco Malinverno direttore Generale del Banco Farmaceutico.

R. – Innanzitutto, collaborando sempre più con un numero maggior di enti assistenziali perché, con l’aumento della povertà sanitaria, gli enti che precedentemente si occupavano prevalentemente di alimentazione, o di vestiario adesso di rendono conto che le persone hanno bisogno anche di farmaci, soprattutto farmaci da banco. Quindi, stanno aumentando il numero di enti, anche piccoli, che si rivolgono al Banco Farmaceutico; questo è il dato. Poi, in parte c’è la questione dei profughi e degli immigrati che transitano dal nostro Paese per andare verso altre zone dell’Europa ma che comunque si rivolgono ai centri assistenziali.

D. – Importante l’impegno della Fondazione Banco Farmaceutico nella lotta alla povertà sanitaria?

R. – Importante, com’è importante l’attività di tutti gli enti che, attraverso il contribuito di centinaia di migliaia di volontari, spesso anche professionisti, dopo la propria attività lavorativa, dedicano il loro tempo a questi organismi. Noi svolgiamo una funzione come ente secondario, il nostro supporto è di tipo sussidiario. Ovviamente, noi sosteniamo gli enti assistenziali e cerchiamo di farlo recuperando farmaci attraverso modalità diverse: la Giornata di Raccolta del Farmaci per l’automedicazione, che facciamo ogni anno, il secondo sabato di febbraio; ed il recupero dei farmaci che facciamo permanentemente ad esempio in città importanti come Roma, Milano e Torino; inoltre, adesso con questa attività di donazione da parte delle aziende.

D. – Gli italiani sono campioni di solidarietà: crescono del 60% le donazioni di medicinali. Come interpretare questo dato?

R. – Il dato è frutto di un’azione costante che sicuramente vede una disponibilità alla donazione da parte degli italiani che conferma un’attitudine quasi naturale. Però, c’è da dire che gran parte dei farmaci li stiamo recuperando soprattutto grazie al lavoro che stiamo facendo sulle aziende farmaceutiche. C’è un’importante notizia di qualche giorno fa: l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, coordinando un’attività insieme al Banco Farmaceutico nei confronti delle principali associazioni di categoria del farmaco – Farmindustria, Assogenerici, Assosalute – sta impostando un lavoro per riuscire a favorire il sistema delle donazioni attraverso modalità anche costanti, come il metodo di tracciatura della donazione del farmaco che favorisce la donazione. Quello che vorrei dire è che sarebbe interessante se il legislatore, il governo in primo luogo riuscissero a fare una legge sulla donazione dei farmaci che equiparasse l’ente assistenziale consumatore finale perché questo permetterebbe e favorirebbe un maggior flusso di donazioni.

D. – Il Banco Farmaceutico ha contribuito alla nascita di EuroMed. Di cosa si tratta?

R. – E’ una piattaforma europea: attraverso la collaborazione di altre associazioni ed organizzazioni incontrate nella nostra attività - International Health Partners associazione inglese ed Action Medeor associazione tedesca, che fanno già quell’attività di intervento per l’utilizzo delle donazioni di farmaci da parte delle aziende ed intervengono in situazioni di emergenza umanitarie e sanitarie anche a livello internazionale – abbiamo deciso di organizzare un sistema per un rapporto con i quartieri generali delle aziende farmaceutiche soprattutto delle grandi multinazionali che buttano via molti farmaci perché magari hanno difetti di confezionamento, o problemi banali che non hanno nulla a che vedere con la validità del farmaco ma che non possono essere inseriti nel circuito commerciale. Sono farmaci buoni, donabili attraverso un sistema di tracciabilità per interventi appunto di emergenze umanitarie e sanitarie. 








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