2014-08-10 10:51:00

Ebola: due nuovi casi in Nigeria. Per l'Oms possibile un vaccino entro il 2015


Continua l’emergenza Ebola in Africa occidentale, dove il virus ha ucciso finora circa mille persone. Due nuovi casi sono stati accertati a Lagos in Nigeria, quarto Paese a essere colpito dall’epidemia dopo Guinea, Liberia e Sierra Leone. Migliaia i volontari, concentrati soprattutto nella città di Lagos. Smentita la chiusura delle frontiere della Guinea, dove ci saranno comunque misure restrittive e controlli al passaggio tra uno Stato e l’altro. E' rientrato a Madrid il missionario spagnolo 75enne infettato dal virus. Su di lui sarà utilizzato lo stesso vaccino sperimentale già usato in questi giorni su due missionari americani contagiati e che pare stia dando buoni risultati. All’arrivo di un vaccino vero e proprio potrebbero tuttavia mancare pochi mesi. Spiega il direttore del dipartimento di immunizzazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Jean-Marie Okwo Be’le’: “Il nostro obiettivo è di iniziare i test a settembre prima negli Usa, poi in un Paese africano. Verso fine anno potremmo avere i risultati, e trattandosi di un’urgenza si può pensare a delle procedure accelerate per averlo a disposizione entro il 2015”.

Intanto i vescovi del Ghana esortano le autorità a prendere tutte le misure di prevenzione necessarie per evitare che il contagio dell’ebola raggiunga il Paese. Com’è noto, finora l’epidemia ha colpito la Guinea, Liberia, la Sierra Leone e ora anche la Nigeria, causando quasi un migliaio di morti. I presuli sono preoccupati che il contagio possa arrivare attraverso i porti  in cui rientrano i pescatori ghanesi che sono stati nei Paesi colpiti. “Questo – si legge in una nota firmata dal presidente della Conferenza episcopale mons. Joseph Osei-Bonsu e ripresa dal National Catholic Reporter – pone un serio problema, non solo alle loro famiglie, ma a tutta la nazione”. Di qui l’invito alle autorità a fare sottoporre questi pescatori a speciali controlli medici prima del loro rientro a casa. La nota suggerisce, inoltre, l’allestimento di centri attrezzati nelle strutture sanitarie del Paese, con personale medico preparato per affrontare una eventuale emergenza. Per i vescovi ghanesi è inoltre urgente lanciare una vasta campagna di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla prevenzione, la trasmissione e le cure della malattia. Ad oggi non esistono vaccini e farmaci specifici per il virus, anche se un trattamento sperimentale sarebbe stato autorizzato negli Stati Uniti su due medici missionari americani colpiti in Africa. Nella nota i vescovi mettono infine in guardia anche dalla psicosi del contagio: “Non serve a nulla sospettare qualsiasi piccolo sintomo, servirebbe solo a creare confusione, terrore e panico” . (M.R. -L.Z.)








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