2014-08-07 11:56:00

Chiesa argentina preoccupata per diffusione gioco d’azzardo e ludopatia


“Un popolo va avanti con il lavoro, non con un colpo di fortuna”: queste le parole di mons. Jorge Lozano, vescovo di Gualeguaychù e presidente della Pastorale Sociale dell’episcopato argentino durante l’incontro organizzato dalla presidenza della Camera dei Deputati per riflettere sul tema “Il gioco, la ludopatia, le scommesse on line nello sport e gli effetti sulla società. I parlamentari della Provincia di Buenos Aires hanno basato il loro incontro sul documento pubblicato dalla Conferenza Episcopale Argentina (2010) “Il gioco diventa pericoloso” per analizzare le conseguenze del gioco d’azzardo sui settori più poveri e vulnerabili della società.

Mons. Lozano ha criticato l’aumento della promozione di nuove modalità di gioco d’azzardo specialmente indirizzate al gioco on line che colpisce fondamentalmente i più giovani. “Il rischio di queste attività e delle scommesse elettroniche - ha affermato - è di lasciare le porte aperte alla corruzione, al ‘cancro sociale’, come dice Papa Francesco”. Il vescovo Lozano ha ricordato che dal 1993 i vescovi hanno iniziato una battaglia contro la massiccia apertura di casinò in alcune province, nonostante una percentuale del ricavato sia destinato a iniziative sociali.

Il deputato nazionale Miguel Bazze ha affermato che il gioco è un problema grave, una realtà pericolosa e in espansione che la politica ha trattato con una pericolosa distrazione e leggerezza: “La politica ha l’obbligo di reagire, non deve esistere nessun legame tra politici e imprenditori vincolati al gioco”. Dallo stesso parere Norberto Rodríguez, presidente dell’Associazione cristiana giovani YMCA, che ha aggiunto che lo Stato incoraggia il gioco anche nel settore dello sport e del calcio in particolare. “Noi lavoriamo con bambini, giovani e famiglie e in questo momento siamo circondati di valori negativi, anche provenienti dallo sport che nella sua essenza è uno strumento educativo straordinario”. La senatrice Gabriela Michetti ha ricordato che in America latina tra 15 e 20 milioni di persone soffrono di dipendenza dal gioco, specialmente nei settori più poveri dove ci sono meno strumenti per curare la ludopatia. In questo contesto, Débora Blanca, membro della associazione civile “Entrelazar”, ha sottolineato la grande sofferenza delle famiglie che ospitano un  giocatore compulsivo. “Uscire dalla ludopatia è difficile. Un giocatore vede se stesso come un rifiuto e soffre anche mentre gioca, è una doppia trappola”. Infine, nell’incontro è stata ribadita l’urgenza di ridurre l’offerta di gioco nel rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo e della società. (A cura di Alina Tufani)








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