2014-08-06 13:55:00

Vertice Usa-Africa: da Washington 30 miliardi d'investimenti


Oltre 30miliardi di dollari saranno investiti dal governo e dalle aziende statunitensi in Africa nei prossimi anni: è questo il risultato principale finora raggiunto dal vertice Stati Uniti–Africa, che si conclude oggi a Washington dopo tre giorni di incontri, e a cui hanno partecipato oltre 40 capi di Stato del continente. Davide Maggiore ha chiesto a Massimo Zaurrini, direttore della rivista specializzata “Africa e Affari”, quali obiettivi vuole raggiungere l’amministrazione Obama con questo impegno rinnovato:

R. – Gli Stati Uniti intendono tornare in Africa in maniera massiccia e pressante. Intendono recuperare il tempo perduto e soprattutto recuperare lo svantaggio nei confronti della Cina, il grande assente di questo vertice.

D. – Invece, cosa si aspetta l’Africa da Obama?

R. – L’Africa in questo momento è in cerca di investitori, di qualsiasi provenienza. Sicuramente, la Cina in questi anni è stata il Paese che maggiormente ha investito: è stata molto presente. Diciamo che molti Paesi africani vedono di buon occhio un ritorno degli Stati Uniti su un tipo di partenariato diverso, anche per sostituire i cinesi, in alcuni casi. Gli Stati Uniti fino ad una decina di anni fa guardavano l’Africa con altri occhi, soprattutto legati all’energia, alle materie prime. Oggi, che con lo "shale gas" gli Stati Uniti godono di una autosufficienza energetica, guardano all’Africa con un nuovo interesse, molto più commerciale. Basta guardare le aziende che sono presenti a questo vertice ai loro massimi livelli: sono le società finanziarie, sono le grandi aziende infrastrutturali, sono le aziende energetiche, sono le aziende del commercio, cioè i pilastri su cui sta poggiando l’Africa del futuro.

D. – In questo contesto, ci si può aspettare anche un accresciuto impegno politico degli Stati Uniti sul continente africano?

R. – Le due cose non vanno così a braccetto, come una decina di anni fa. Indubbiamente, però, il successo di questa “tre giorni” lascia presagire un ritorno politico in grande stile.

D. – Abbiamo detto che la vera posta in gioco è anche quella di fare concorrenza alla Cina sul continente. In questo senso, i Paesi africani cosa si aspettano dagli Stati Uniti che la Cina, in questo momento, non può dare?

R. – Non so cosa la Cina non possa dare. Sicuramente, gli africani hanno imparato, proprio grazie alla Cina, che maggiori sono gli attori e gli interessi internazionali che si muovono sul continente e maggiori sono anche i loro spazi di manovra proprio nel negoziare con un soggetto o l’altro e quindi provare a strappare le condizioni migliori. Una delle cose che probabilmente ci si aspetta è anche che gli statunitensi, per la loro modalità di investimento così differente da quella dei cinesi, possano creare maggiori posti di lavoro sul continente.

D. – Da cosa si misurerà sul medio e lungo periodo il successo di questo vertice?

R. – Direi che il dato che ci potrà aiutare a misurare quanto questo vertice sia o non sia stato un successo sarà la partecipazione dell’Africa al mercato delle esportazioni e delle importazioni americane. Attualmente, come ha ricordato lo stesso Obama, citandolo proprio come dato della disattenzione americana al continente africano degli ultimi anni, l’Africa subsahariana rappresenta una piccola parte del mercato americano: conta tra l’1 e l’1,5% delle esportazioni statunitensi e l’1,7% delle importazioni. Numeri molto bassi: numeri che, se la spinta che è stata data in questi tre giorni avrà seguito, dovrebbero cominciare a crescere nei prossimi anni.








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