2014-08-05 12:16:00

Appello dei vescovi olandesi per la pace in Medio Oriente


Un appello alla pace in Medio Oriente ed una condanna, forte e ferma, di ogni forma di antisemitismo: è quanto scrivono i vescovi cattolici dei Paesi Bassi, in una nota diffusa a firma del card. Willem Jacobus Eijk, presidente della Conferenza episcopale, e di mons. Hermanus Woorts, responsabile del Dipartimento dei vescovi per i rapporti con l’ebraismo. “Dentro e fuori la società olandese – scrivono i presuli – come conseguenza del conflitto in corso tra Hamas ed Israele, si riscontrano sempre più atteggiamenti di odio contro gli ebrei”. “I vescovi cattolici dei Paesi Bassi – si legge quindi nella nota – denunciano categoricamente tali episodi e si sentono in dovere di condannare con fermezza, ancora una volta, tutte le forme di antisemitismo”. “Non è possibile – ribadisce la Chiesa olandese – che persone che per tanti secoli sono state una parte inalienabile della nostra società, ora si sentano in pericolo ed indesiderate”, tanto più che “l’incomprensibile e spaventosa tragedia dell’Olocausto durante la seconda Guerra Mondiale ha dimostrato chiaramente a cosa può portare l’odio contro gli ebrei”.

“Per noi cristiani – affermano i vescovi olandesi – gli ebrei sono i nostri fratelli e sorelle maggiori nella fede in un unico Dio, Padre e Creatore di tutti gli uomini; il legame della nostra Chiesa con gli ebrei e l’ebraismo è indistruttibile e non può essere abbandonato”, perché “noi cristiani deriviamo dal popolo ebraico e come ha detto recentemente Papa Francesco, in un’intervista al giornale spagnolo “La Vanguardia”, ‘non si può essere un vero cristiano, se non si riconoscono le proprie radici ebraiche”. Quindi, i presuli auspicano la soluzione di due popoli e due Stati per il conflitto isrealo-palestinese e chiede alle parti in causa di “porre fine ai combattimenti per cominciare a costruire nazioni che possano vivere in pace l’una con l’altra”. Infine, i presuli pregano per “la pace in Terra Santa, in Medio Oriente e nel resto del mondo”, sperando che “ogni persona possa sentirsi al sicuro e benvoluta in tutte le nazioni del globo”, perché “tutti noi – ebrei, cristiani, musulmani – tutti siamo creature di Dio, da Lui chiamati alla vita, per amore, per vivere insieme come Suoi figli”. (I.P.)








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