2014-08-04 08:51:00

Oltre 50mila ministranti tedeschi incontrano il Papa


Domani pomeriggio, alle 18.00, oltre 50mila ministranti tedeschi incontreranno in Piazza San Pietro Papa Francesco, in occasione del loro pellegrinaggio nazionale a Roma, che si svolge sul motto “Liberi! Perché è lecito fare del bene”. Sul significato di questo pellegrinaggio, Isabella Piro ha intervistato mons. Michael Gerber, vescovo ausiliare di Friburgo:

R. - Per noi, questo pellegrinaggio è molto importante. Per esempio, dalla mia diocesi, che è quella di Friburgo, verranno a Roma 10mila ministranti, di un’età compresa tra i 14 ed i 22 anni. Per tanti di loro, questa sarà anche un’occasione per approfondire la fede e la scelta di essere nella Chiesa, di servire la Chiesa. Quando questi giovani arriveranno a Roma, potranno sperimentare che sono in tanti, che fanno parte di una cosa molto grande: fanno parte della Chiesa universale. Questo fa sì che in tanti di loro si verifichi un cambiamento nel cuore che li potrà portare, in futuro, a continuare il loro servizio nella Chiesa anche da adulti.

D. - Il motto del pellegrinaggio è: “Liberi! Perché è lecito fare del bene”. Perché è stato scelto questo versetto del Vangelo di Matteo?

R. - Vuol dire che Dio ci ha regalato la libertà, la sua libertà, con Gesù Cristo e che questa libertà ci rende liberi di fare del bene come Cristo ha fatto del bene.

D. - Momento centrale di questo pellegrinaggio sarà l’incontro con Papa Francesco, martedì 5 agosto, nel pomeriggio. Quali sono le attese per questo incontro?

R. - Per i ministranti, è una grande gioia incontrare Papa Francesco perché per almeno il 90 per cento di essi sarà la prima volta che potranno essere davvero in Piazza San Pietro e la prima volta che potranno incontrare il Santo Padre ed ascoltare le sue parole. Io credo che Papa Francesco potrà incoraggiare i ministranti nel loro servizio per Cristo, per la Chiesa, per i sofferenti, per i giovani ed i bambini.

D. - Quali sono le caratteristiche che un ministrante deve avere oggi?

R. - Avere la gioia per questo servizio, un’allegria profonda per il servizio a Cristo e alla sua Chiesa, insieme ad una relazione personale con ciò che avviene durante la Santa Messa, che è espressione di una fede viva. Ed avere anche un certo senso di responsabilità, che cresce con l’età, nei confronti di questo servizio, perché da noi, in Germania ed anche nella nostra diocesi, spesso i ministranti prestano servizio per più di dieci anni. Questo significa che gran parte della pastorale giovanile lavora con i ministranti. Siamo molto felici, ad esempio, che qui a Friburgo ci siano 45mila ministranti, che rappresentano la maggior parte della Pastorale giovanile.

D. - Quanto è importante il sostegno della famiglia per un ragazzo che decide di diventare ministrante?

R. - È molto importante! Gran parte delle famiglie è felice che per i figli ci sia la possibilità di introdursi nella vita parrocchiale, di accostarsi alla fede. E viceversa: i ministranti sono felici di essere sostenuti dalle famiglie.

D. - Questo pellegrinaggio potrà donare un nuovo slancio al rinnovamento della Chiesa di Friburgo e di tutta la Germania?

R. - Potrà essere una piccola tappa di un processo di rinnovamento. Questo incontro di tanti ministranti riuniti a Roma potrà anche, per tanti di loro, essere una tappa di approfondimento personale della fede. Questo è sempre il risultato più importante: quando cambia qualcosa nella personalità di qualcuno, quando una persona può approfondire la sua fede e, a partire da questa fede, offrire un servizio alla Chiesa ed alla società. Il mio auspicio è che questo pellegrinaggio non sia semplicemente un “grande evento”, ma anche un “grande evento” nel cuore delle persone.








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