2014-08-04 08:11:00

Nuova tregua umanitaria a Gaza. Israele bombarda una scuola


Una tregua umanitaria di poche ore inizierà tra meno di un’ora sulla striscia di Gaza, ad eccezione della zona di Rafah, dove sono incorso forti combattimenti. Israele l’ha stabilita all’indomani dell’inizio del ritiro delle truppe israeliane, ma anche del drammatico attacco contro una scuola dell’Onu, che ha provocato la generale condanna. I raid sono continuati anche nella notte, circa dieci i palestinesi morti. In poco meno di un mese sono stati uccisi oltre 1800 palestinesi, tra loro circa 400 bambini.  Circa settanta gli israeliani, in maggioranza militari. Graziano Motta:

Prosegue il dispiegamento delle truppe israeliane a Gaza con l’obiettivo di portare a termine la distruzione della chilometrica rete di tunnel offensivi palestinesi e impedire i lanci di missili, ieri più di cinquanta, due intercettati sul cielo di Tel Aviv. In alcune aree del nord , i comandi hanno permesso il rientro della popolazione, e per oggi, a cominciare dalle 10 ora locale, hanno annunciato una  tregua umanitaria di sette ore che interesserà tutta la Striscia ad esclusione dell’area di Rafah, una vasta area di confine con l’Egitto,  ove da alcuni giorni infuriano i combattimenti.  Qui ieri l’esplosione di un missile, lanciato da un drone che ha ucciso due miliziani, ha pure investito una scuola dell’UNRWA – l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati dove hanno trovato riparo alcune migliaia di sfollati  – causando la morte di dieci innocenti e il ferimento di parecchi altri.

Immediata e forte la reazione del segretario generale dell’ONU: “E’ stato un atto criminale che esige rapide indagini. Da tempo avevamo fornito le coordinate delle nostre strutture” ha detto alludendo a due altre operazioni israeliane nei pressi di scuole. Fra le reazioni della comunità internazionale quella degli Stati Uniti che si dicono scioccati e invitano Israele a fare di più per evitare vittime civili. Da parte sua il leader di Hamas, Khaled Meshaal in un’intervista all’americana CNN, sostiene: “Non usiamo i civili come scudi umani”.

E mentre il conflitto fa crescere distruzioni e morti, al Cairo le varie delegazioni palestinesi che hanno aderito alla mediazione egiziana e statunitense per una tregua, insistono sulla fine del blocco di Gaza, mentre Israele, che non partecipa ai negoziati, ne chiede la demilitarizzazione e ribadisce che condizione primaria è il disarmo di tutti i gruppi palestinesi. In un’intervista al TG2 italiano, l’ex presidente dello stato, Shimon Peres, ha detto: “Hamas ha preso Gaza con la forza. Dobbiamo riportarvi Abu Mazen che vuole la pace “.








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