2014-08-03 10:57:00

Alta affluenza di pubblico ai Giardini di Castel Gandolfo


A quasi 5 mesi dall’apertura al pubblico dei Giardini delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, il bilancio è molto positivo: l’affluenza dei visitatori è rilevante ed è anche alta l’attenzione registrata da parte dei media di tutto il mondo. I giardini di Villa Barberini sono ricchi dal punto di vista archeologico e botanico: accanto ad alberi plurisecolari e a piante particolari come l’Ibiscus di colore bianco e giallo dedicato a Giovanni Paolo II, si conservano, infatti, i resti della villa dell’imperatore Domiziano e del suo anfiteatro. L’assetto dei Giardini è ancora sostanzialmente quello uscito dai lavori di attento restauro voluti da Pio XI tra il 1929 e il 1934. La visita è prenotabile sul sito dei Musei vaticani. Le Ville Pontificie, 55 ettari, sono state fino ad ora luogo di residenza per le vacanze dei Papi mentre Francesco ha scelto di restare nella casa Santa Marta anche nel periodo estivo. Della scelta di Papa Francesco di aprire al pubblico i giardini e della possibilità che altre aree delle Ville diventino visitabili, Fausta Speranza ha parlato con il direttore delle Ville Pontificie, Osvaldo Gianoli:

R. - Innanzitutto dobbiamo ringraziare Papa Francesco per questa opportunità, perché non ce lo dobbiamo nascondere: sono un’opportunità ed una responsabilità molto grande. Papa Francesco ha deciso di non venire a Castel Gandolfo, nel contempo però ha voluto aprire questi giardini, queste meraviglie, al pubblico. Questo per noi è un vanto ed è una responsabilità. Noi sappiamo che su questo - che è un desiderio del Santo Padre - siamo compatti per essere all’altezza del compito che ci è stato affidato.

D. - Le Ville Pontificie comprendono Villa Barberini con i giardini, attualmente visitabili, Villa Cybo e il Palazzo Apostolico. È pensabile che a breve saranno aperte anche altre aree al pubblico?

R. - Abbiamo molti progetti. Stiamo valutando e stiamo lavorando su questa possibilità. Chiaramente questa prima esperienza di apertura - possiamo dichiararla tale - è stata molto positiva. Abbiamo avuto molti feedback da parte dei turisti che hanno espresso il loro entusiasmo. Certamente, a nostro modo di vedere, ci sono delle possibilità di sviluppo che noi prepareremo e che sottoporremo a chi di competenza per un eventuale sviluppo operativo.

D. - Quindi non ci anticipa nulla su quale potrebbe essere la prossima area?

R. - Noi abbiamo puntato molto sulla fattoria. Secondo noi dovrebbe essere uno dei prossimi punti che dovrebbe essere preso in considerazione. Le dirò di più: anche su questo tema abbiamo già fatto delle attività; ad esempio, abbiamo accolto nella fattoria i ragazzi del Dispensario di Santa Marta: abbiamo ricevuto 350 persone tra bambini, adulti, ecc… Abbiamo portato tutti in fattoria, gli abbiamo fatto fare il giro di una mezza giornata e abbiamo concesso questo spazio, che è appunto nell’interesse dei nostri obiettivi.

D. - La bellezza di questo luogo è particolare anche, e forse soprattutto, per il livello di conservazione che c’è stato negli anni; una conservazione grazie anche al fatto che in qualche modo è stato un luogo chiuso, preservato. C’è una ricchezza dal punto di vista archeologico, botanico. Tutto questo viene aperto al pubblico; significa che viene condiviso. È una scommessa assicurare per le prossime generazioni lo stesso rispetto del luogo condividendolo?

R. - Certo. Ma noi abbiamo una grande forza, quella della tradizione del nostro personale, che ha sempre seguito questo aspetto, prima a livello privato, e oggi lo fa sapendo che è per il pubblico. Quindi siamo tranquilli e sereni da questo punto di vista. Quando si cambia e quando si apre al pubblico un luogo, i rischi vanno sempre messi in conto. Chiaramente, anche qui noi valutiamo in maniera ponderata l’apertura al pubblico e le varie zone che andiamo ad aprire. Lo facciamo, ma nello stesso tempo dobbiamo garantire la conservazione dei luoghi.

D. - C’è un luogo, un posto, un angolo dei giardini dove – da quando sono stati così sistemati – hanno sostato tutti i Papi, compreso Papa Francesco, e ad eccezione di Giovanni Paolo I che non fece in tempo a recarsi a Castel Gandolfo?

R. - Noi abbiamo l’angolo delle Fontana della Madonnina che è stato visitato da tutti i Papi e dove tutti i Papi si sono fermati in preghiera. Non dobbiamo dimenticare che questo è un luogo di riposo, ma anche di preghiera. Quindi la Fontana della Madonnina è uno dei punti cardine di questa attività.

D. - Una sorta di cappella a cielo aperto …

R. - Sì, possiamo dire così.








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