2014-07-30 15:03:00

Eterologa. Scienza e Vita: è manipolazione della vita


In Italia, si discute in questi giorni della fecondazione eterologa. Ieri, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in audizione in commissione Affari sociali alla Camera, ha presentato le conclusioni alle quali è giunto il Tavolo tecnico da lei convocato e ha detto che proporrà il decreto legge in uno dei prossimi Consigli dei ministri. La fecondazione eterologa sarà, tra l’altro, inserita nei livelli essenziali di assistenza, sarà consentita anche la doppia eterologa, nel caso in cui entrambi i componenti della coppia siano sterili. Previsto, poi, un massimo di 10 nati da un donatore e anche un meccanismo per evitare "donazioni involontarie fra consanguinei, individuando un modo per incrociare i dati fra Registro nazionale e centri”. La donazione dei gameti deve poi essere “volontaria e gratuita”. Debora Donnini ha chiesto un commento a Domenico Coviello, genetista, copresidente di Scienza e Vita:

R. – La fecondazione eterologa è una fecondazione artificiale. Sorpassiamo, quindi, gli eventi naturali dell’unione di due genitori naturali, per utilizzare i singoli gameti – il gamete maschile e femminile – in un processo di manipolazione, sebbene su criteri scientifici, però per ottenere "in vitro" una serie di embrioni. Sicuramente, dunque, il primo giudizio sulla fecondazione artificiale è un giudizio negativo sulla manipolazione della vita.

D. – Quali sono le problematiche legate alla fecondazione eterologa?

R. – Partendo dalla considerazione, cui abbiamo già accennato, sul giudizio di non eticità della fecondazione in vitro, passando ai rischi invece fisici che ci possono essere per le donne che si prestano a questa procedura, dobbiamo ricordare il rischio fisico. La ovodonazione, infatti, comporta una super stimolazione ormonale, affinché invece del singolo ovocita, come avviene fisiologicamente, la donna possa avere una ovulazione multipla. E questo comporta uno stress fisico per la donna. Per l’uomo non c’è questa parte, perché naturalmente l’uomo produce già molti gameti, ma ci sono più problematiche di tipo genetico, nel caso della produzione di più figli, che possono slatentizzare malattie genetiche, quando eventualmente si vengano d incontrare come coppia futura di marito e moglie, che hanno una parte di patrimonio genetico in comune. Quindi, sebbene il decreto, che è in preparazione, preveda una serie di controlli e una serie di regolamentazioni, con il limite dei possibili dieci nati, sappiamo che poi nell’attuazione ci sono molte problematiche pratiche, come abbiamo visto nei casi di cronaca recente, situazioni che per errore possono coinvolgere la vita di più famiglie.

D. – Come conseguenze eventuali psicologiche per il figlio, l’eterologa e l’eterologa doppia cosa comportano?

R. – Certo, la fecondazione in vitro, in generale, sicuramente non riesce a cancellare il desiderio innato di qualsiasi essere umano di conoscere le proprie origini. Quindi, a maggior ragione, non ci sarà solo la domanda di sapere quale sia l’altro genitore, rispetto all’eterologa semplice, ma in questo caso sicuramente il soggetto avrà una domanda doppia. Un aspetto, quindi, molto delicato che, a seconda del singolo individuo, potrà avere conseguenze più o meno gravi, più o meno rischiose.

D. – Infatti, una questione aperta, per quanto riguarda questo decreto legge, è proprio quella dell’anonimato, che dovrebbe essere garantito tranne che in caso di necessità sanitarie del nato. Ma, riguardo a questo punto, proprio per la sua complessità, il ministro Lorenzin ritiene che il tema debba essere oggetto di un’ampia discussione parlamentare. Ha detto, infatti, che nella giurisprudenza internazionale, in realtà, il diritto a conoscere le proprie origini trova sempre più spazio. Questo è un punto nodale?

R. – Io come genetista posso confermare che questa tendenza andrà avanti e quindi sarà sempre più richiesta, anche se oggi viene ritenuta un caso eccezionale. Diventerà, però, sempre più una richiesta plausibile il fatto di conoscere l’origine biologica dei genitori. L’applicazione, infatti, sempre maggiore dei test genetici, sia in ambito sanitario, sia in ambito di medicina legale, richiede questa informazione. E sempre più, in ambito scientifico, si ritiene giustificato anche il fatto di conoscere le proprie origini genetiche.








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