2014-07-28 13:33:00

Gaza, violata la tregua. Padre Cornioli: situazione disastrosa


Non è durata la tregua iniziata ieri nella Striscia. Missili hanno colpito un parco giochi e un ospedale a Gaza: Israele accusa Hamas e fa evacuare alcune città palestinesi, mentre il premier Netanyahu incontrando la stampa preannuncia una lunga operazione per smantellare i tunnel. Dal canto suo l'Onu chiede il cessate il fuoco immediato, Usa e Ue esortano a raddoppiare gli sforzi per la pace, e il segretario di Stato americano Kerry ribadisce la necessità di disarmare i terroristi. Il servizio di Elvira Ragosta:

Lanci di razzi e colpi di mortaio hanno ripreso ad esplodere nella striscia di Gaza, in quella che doveva essere la giornata di festeggiamento per la fine del Ramadan. Sette i bambini morti per il lancio di un missile nell’area giochi del campo profughi di Shati; resta incerto il numero delle vittime causate da un altro razzo esploso contro l’ospedale di Shifa, il più grande di Gaza City. Ma Israele nega di aver colpito i due siti, scaricando la responsabilità verso Hamas, che respinge le accuse al mittente. I cittadini di Sajaya e Al-Zaytun sono stati invitati poco fa a lasciare le loro case e dirigersi verso la zona centrale della Striscia. Continua intanto l’intenso lavoro diplomatico. Al comunicato diffuso questa mattina dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite per un cessate il fuoco umanitario ed immediato nella striscia, ha risposto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che in un colloquio telefonico con il  segretario dell’Onu Ban Ki Moon, ha ribadito che l’Onu non tiene conto della sicurezza di Israele. Raddoppiare gli sforzi per giungere al cessate il fuoco, è invece l’esortazione emersa dalla conference call tra Obama e i quattro capi di governo europei di Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia.

In questa drammatica situazione, come sta affrontando la guerra la comunità cristiana in Terra Santa? Michele Raviart lo ha chiesto a padre Mario Cornioli, parroco di Beit Jala in Cisgiordania:

R. – La domenica, le parrocchie hanno pregato per Gaza chiedendo al Signore che faccia finire questa carneficina. Sono stati raccolti anche alcuni aiuti: nessuno può portarli all’interno di Gaza, la situazione umanitaria è disastrosa. Anche questa mattina ho parlato con il parroco, padre Jorge: non c’è un cessate-il-fuoco, ma non stanno bombardando e allora sono usciti. Adesso si trova in ospedale, perché ieri è stata bombardata la casa di una famiglia cristiana: la mamma è carbonizzata e a un figlio gli sono state amputate le gambe, sarà portato a Gerusalemme. Noi stiamo coordinando l’uscita di questo ragazzo, perché a Gaza è impossibile curarlo: lo Shifa Hospital oltre ad essere bombardato non ha più possibilità di poter accogliere, né curare i numerosissimi feriti. Questo è veramente pazzesco. Preghiamo che il Signore ci aiuterà.

D. – Tecnicamente, come avviene la consegna degli aiuti dalla Cisgiordania?

R. – Nessuno può aiutarli perché i confini sono tutti chiusi, quindi non può entrare nulla. Dentro ci sono un po’ di aiuti, non tantissimi: iniziano a scarseggiare anche il cibo, l’acqua e i beni di prima necessità. Nella parrocchia, per esempio, ci sono 900 persone e il parroco non sa più come fare ad aiutarle e sostenerle. Mi raccontava stamattina che la situazione sta diventando veramente insostenibile. Siamo tutti in difficoltà. Ci sono le Nazioni Unite e la Croce Rossa che stanno lavorando nella Striscia e altre associazioni. Noi cerchiamo un po’ di chiedere a loro la carità e di andare nella parrocchia e nelle nostre scuole. Dentro è un disastro totale per tutti, quindi non sappiamo proprio come fare.

D. – Per quello che sapete, di che cosa c’è bisogno adesso a Gaza?

R. – Adesso bisognerebbe smettere di bombardare. Bisognerebbe convincere Israele che può bastare questo massacro: sono già morte più di mille persone, migliaia e migliaia di feriti… In questi giorni, stiamo andando all’ospedale di Gerusalemme a visitare i bambini: ne sono arrivati circa otto dalla Striscia, sono riusciti ad uscire. È veramente scioccante vedere il terrore negli occhi di questi bambini, c’è chi non parla, chi ha lo sguardo perso nel vuoto, oltre alle varie ferite che hanno. È una situazione veramente insostenibile. Ci troviamo in difficoltà, non sappiamo veramente a chi rivolgerci se non al cielo. Abbiamo apprezzato ieri il Papa che ha detto: “Fermate, fermate questo massacro! Fermatevi!”. Però, sembra che nessuno ascolti le parole del Papa, che sono rimaste anche le uniche parole, nessun altro ha il coraggio di dire nulla. Dobbiamo continuare a pregare. 








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