2014-07-22 13:40:00

Vescovi del Cile: no ad aborto e matrimoni gay


“La vita e la famiglia sono doni di Dio per ciascuno di noi”: si apre così la nota che il Comitato permanente della Conferenza episcopale del Cile (Cech) ha diffuso ieri. Nel documento, a firma del presidente, il card. Ricardo Ezzati Andrello, i presuli intervengono su due temi ‘caldi’ dell’attualità cilena: la proposta normativa sui matrimoni tra persone della stesso sesso ed il progetto di legge per la depenalizzazione dell’aborto terapeutico, così da renderlo possibile nei casi di stupro, di rischio per la vita della madre e di impossibilità di sopravvivenza del feto; in tutti gli altri casi, invece, l’aborto resterebbe proibito.

Di fronte “al cambiamento epocale” che vive oggi l’umanità, la Cech vuole dire “una parola evangelica” e vuole farlo “con chiarezza, fermezza e profondo rispetto, per il bene della famiglia e del Cile”, guardando con timore “all’ideologia e ad un certo populismo” che condiziona la riflessione su tali questioni. In primo luogo, dunque, i presuli ribadiscono il rifiuto dell’aborto e “la convinzione assoluta che il diritto alla vita umana è il primo dei diritti umani che deve essere rispettato e difeso sempre, dal concepimento e fino alla morte naturale”.

Di qui, il richiamo alla “solidarietà nei confronti delle tante donne sottoposte a pressioni per evitare la nascita del figlio” e la sottolineatura che “la soppressione di un bambino non desiderato è un’ingiustizia ed implica un trauma che può segnare per tutta la vita”. “Una mamma che, disgraziatamente, abortisce – continuano i presuli – deve portare un peso enorme per il resto della vita” ed è per questo che “invece di condannarla, bisogna aiutarla, sostenerla, come fa la Chiesa attraverso programmi di supporto per le madri adolescenti o fondazioni che si occupano delle adozioni dei neonati”. “Invece di discutere su una legge per porre fine ad un essere umano concepito – scrive quindi la Cech – possiamo discutere su come lo Stato può farsi carico di sostenere e finanziare iniziative in favore della vita”. “Una legge che depenalizzi l’aborto non serve”, affermano i vescovi.

Poi, la Chiesa del Cile sottolinea l’importanza della famiglia, “vero valore fondante della comunità umana, più dell’organizzazione politica e sociale, più delle leggi e della Costituzione”. E di fronte alle coppie separate, i vescovi ricordano che “la Chiesa non condanna e non scomunica, come invece si crede normalmente”, però “promuove la stabilità matrimoniale” e chiede “leggi a servizio della famiglia”. Quanto alle unioni di fatto eterosessuali, la Chiesa auspica che “lo Stato vigili sull’applicazione delle leggi già esistenti che determinano i diritti ed i doveri di queste unioni e dei loro figli”; allo stesso tempo, tuttavia, la Chiesa ricorda che “le unioni di fatto non si possono equiparare giuridicamente all’unione stabile ed indissolubile di un uomo ed una donna per formare una famiglia, cellula basilare della società”.

Riguardo, invece, alle unioni omosessuali, i vescovi affermano: “È superficiale parlare di ‘matrimonio paritario’, semplicemente perché non lo è”. “Non è un’unione tra un uomo ed una donna – spiegano i presuli – e non ha la stabilità propria del matrimonio, vocato alla procreazione”. Se, dunque, due persone dello stesso sesso desiderano “convivere e condividere i loro beni”, aggiungono i presuli, “potranno farlo senza nuove leggi”. Al contrario, eventuali nuove normative dovrebbero far sì che tali persone “siano rispettate e non discriminate”, perché “chi è omosessuale non è un castigo di Dio, come molti erroneamente pensano”. “La Chiesa non condanna gli omosessuali – ribadisce ancora la Cech – e ritiene che ogni progetto di vita umana debba accordarsi alla volontà di Dio, espressa dai suoi comandamenti, così da essere retto e santo”.

Infine, a proposito della famiglia, i vescovi cileni sottolineano che “non esiste la famiglia perfetta, proposta dalla propaganda consumistica, in cui non passano gli anni, non esiste la malattia, il dolore o la morte”. Al contrario, il punto di riferimento è quello della Sacra Famiglia, nucleo “solidale” che “affronta numerosi drammi”, ma che è “testimone della risurrezione del Figli di Dio”. Di qui, l’appello dei presuli affinché si rispetti “il diritto ed il dovere dei genitori di scegliere il tipo di educazione da impartire ai figli, in base alle loro convinzioni”. La nota episcopale si conclude, poi, con l’invito a promuovere la tutela gli anziani, un settore importante per l’azione di “Stato, Chiesa, istituzioni e volontariato”, per riflettere sulla famiglia, “patrimonio vivo del’umanità”. (A cura di Isabella Piro)








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