2014-07-22 08:14:00

Disastro Malaysia Airline: ribelli filorussi consegnano scatole nere agli esperti malesi


I ribelli filorussi hanno annunciato il cessate il fuoco in un raggio di 10 chilometri nella zona dell'est dell'Ucraina in cui è precipitato l'aereo della Malaysia Airlines e hanno consegnato le due scatole nere agli esperti di Kuala Lumpur. Intanto ha lasciato la piccola stazione di Torez il treno con le salme gran parte delle 298 vittime della strage, mentre molti indizi e testimonianze sembrano confermare la matrice filo-russa dell’abbattimento del velivolo. Sul terreno non si fermano gli scontri tra filorussi e militari di Kiev, a Donetsk questa mattina si registra un attacco kamikaze contro un checkpoint, per ora non si hanno altri dettagli. Marco Guerra:

Il treno refrigerato con i resti di almeno 280 vittime ha lasciato ieri in serata la piccola stazione controllata dai ribelli per raggiungere la città di Kharkiv, a 300 chilometri di distanza, in mano alle forze lealiste, che dispone di tutte le strutture per il riconoscimento delle salme. La sua partenza, bloccata fino ad oggi dal braccio di ferro tra i ribelli e Kiev, era attesa da giorni dai famigliari e dai governi dei paesi di provenienza delle vittime. Sempre in serata i separatisti pro-russi hanno annunciato la consegna delle due scatole nere agli esperti malesi, i quali dal canto loro hanno comunicato che sono praticamente intatte. E mentre si attende l’analisi del contenuto delle due scatole, continuano ad emergere indizi, avvalorati dalle testimonianze di alcuni ribelli, che proverebbero la matrice filo-russa della tragedia, scaturita per aver scambiato il volo di linea con uno per il trasporto truppe di Kiev. Intanto crescono le pressioni su Mosca per far cessare il suo appoggio ai separatisti. Washington e i paesi dell’Europa dell’est premono per ulteriori sanzioni. L’Ue studia una nuova black list di oligarchi vicini a Putin che danno sostegno economico alle aree separatiste che destabilizzano ucraina. Infine sul terreno non si fermano i combattimenti. Ieri almeno 4 persone sono morte a seguito degli scontri a Donetsk. Sempre nell’est, stamane si registra un attacco kamikaze contro un checkpoint dell’esercito di Kiev.

Su come si vive in Ucraina dopo la tragedia dell'aereo malese abbattuto sentiamo al microfono di Benedetta Capelli, la giornalista Olga Tokariut della tv ucraina Hromadesk, raggiunta telefonicamente a Kiev:

R. – Nonostante l’attenzione di tutto il mondo sia adesso concentrata sulla caduta dell’aereo, anche nei dintorni continuano i combattimenti tra le forze ribelli filorusse e le forze dell’esercito ucraino. Oggi, abbiamo sentito molte notizie secondo le quali a Donetsk, la città più grande di quella regione al momento occupata da separatisti, ci sono degli spari. Poi, anche un’altra città molto grande è Lugansk, che conta mezzo milione di abitanti, praticamente al confine con la Russia. Anche a Lugansk da giorni si continua a combattere e l’amministrazione della città dice alla gente di restare nelle case e di non uscire neanche in strada. Tantissima gente è già andata via da quella città, è scappata, perché si corre un grande rischio per la vita. Intanto, il governo e l’esercito ucraino dicono che i ribelli al momento si trovano in queste città. Dall’altra parte, i ribelli rispondono che è l’esercito ucraino che sta bombardando quei luoghi… Quello che voglio dire è che in realtà è difficilissimo capire che cosa succede, perché i giornalisti non possono lavorare liberamente, lì, perché rischiano di essere presi in ostaggio.

D. – Per quanto riguarda il Boeing, si parla molto di questa inchiesta: il premier ucraino Yatsenyuk ha detto che l’Ucraina è disposta a cedere il controllo dell’indagine anche all’Olanda…

R. – L’apertura del governo ucraino c’era dall’inizio. Il problema finora era che i ribelli non consentivano l’accesso agli esperti internazionali nella zona dov’è caduto l’aereo. Il territorio della catastrofe è molto esteso: pezzi dell’aereo e i corpi delle persone sono caduti in un raggio abbastanza ampio. Ci sono poi comunque molti timori che già il luogo della caduta sia contaminato, perché starebbero togliendo dall’area della catastrofe oggetti personali, pezzi dell’aereo… Sicuramente, sarà difficile per la comunità internazionale contare su un’inchiesta indipendente.

D. – Questa vicenda può isolare ancora di più Putin, che comunque è al centro delle critiche per quanto accaduto in Ucraina?

R. – C’è la percezione, certo, che Putin sia sempre più isolato. D’altro canto, non dobbiamo dimenticare che anche all’interno dell’Unione Europea ci sono voci più o meno discordanti nei confronti della Russia. Interessante sarà questo vertice di domani dell’Unione Europea: vedremo quale sarà il risultato e se ci sarà una decisione in merito all’imposizione di nuove sanzioni alla Russia.

D. – La vicenda del Boeing anche in Ucraina ha toccato molto la popolazione…

R. – Sicuramente. Per molti ucraini, nonostante negli ultimi mesi si stia vivendo una situazione di guerra – una guerra non dichiarata – è stato uno shock quello che è successo al Boeing, con la morte di 80 bambini innocenti, di tutti questi passeggeri che avevano nulla a che fare con questo conflitto. Anche i cittadini di Kiev e di molte altre città ucraine hanno espresso la loro solidarietà e il loro lutto: sono andati a mettere fiori all’ambasciata d’Olanda a Kiev, all’ambasciata della Malesia, all’ambasciata australiana… In molte città, si sono svolte preghiere per le vittime di questa tragedia. Per gli ucraini è stato uno shock come per tutto il resto del mondo. Circola un’opinione condivisa: che forse questa tragedia farà sì che il mondo sia più attento a quello che accade in Ucraina, delle minacce alla sicurezza non solo dell’Ucraina, ma a quella europea e mondiale.

 








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