2014-07-21 14:42:00

Immigrati. P. La Manna: se non li salva l'Europa è "barbara"


Ennesime tragedie dell’immigrazione: alle 29 persone morte sabato scorso per asfissia sul barconeche trasportava 400 immigrati, soccorsi nel Canale di Sicilia, si aggiungono oggi i corpi senza vita di cinque migranti rinvenuti da mezzi della Marina militare nello stesso tratto di mare. Si devono prendere i migranti direttamente nei campi profughi nei vari Paesi dell’Africa e prevedere programmi di re-insediamento nel territorio dell’unione Europea: è quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente del Centro Astalli, padre Giovanni La Manna:

R. – Noi non possiamo rassegnarci: queste situazioni ci obbligano a sperare sempre che l’Italia e l’Europa agiscano subito con dignità e, soprattutto, con giustizia. Queste morti pesano sulle coscienze di tutti, soprattutto di quanti hanno la responsabilità di governare i nostri Paesi e sono chiamati a tenere fede e a preoccuparsi di quelle Convenzioni che hanno firmato. Noi dobbiamo sperare che le coscienze di quanti rappresentano l’Europa – e mi riferisco a quelli che sono stati eletti, a quelli che ora discutono delle poltrone da dividersi – di ricordarsi anche che hanno una responsabilità nei confronti di tutti i cittadini europei. Agiscano subito per salvare chi sta scappando dalla guerra. Stiamo parlando di un gran numero di siriani che scappano da oltre tre anni di guerra: cosa ci impedisce di reagire, come Unione Europea, stabilendo dei canali umanitari sicuri? L’Europa, se non si sveglia, passerà alla storia come una civiltà barbara, capace di rimanere indifferente di fronte alla morte di donne e di bambini che scappano da una guerra.

D. – Facciamo proprio una sorta di radiografia di questa indifferenza, di questi impedimenti che non portano a trovare delle soluzioni. E’ colpa della politica? E’ colpa in parte anche degli europei? Quali sono le cause di queste mancate soluzioni?

R. – La fotografia esatta di quello che stiamo vivendo l’ha fatta un anno fa Papa Francesco, andando a Lampedusa. Globalizzazione dell’indifferenza, incapacità di piangere le morti di queste persone dicono la nostra povertà culturale e umana non solo come italiani, ma come cittadini europei. Questo è il nostro peccato: il nostro peccato vivere con indifferenza e vivere una povertà culturale e umana. Se fossimo veramente una realtà civile, ci preoccuperemmo di superare tutte quelle situazioni che impediscono di pensare, come prima cosa, a salvare la vita di queste persone. La distrazione, l’indifferenza di chi in campagna elettorale ci ha promesso un’Europa diversa non ha giustificazioni, non ha alibi.

D. – Ricordiamo in concreto le misure che sarebbero adeguate proprio per trovare delle soluzioni. Queste morti – come oggi purtroppo accade – continuano ad essere invisibili…

R. – Noi abbiamo fatto un mezzo passo: "Mare Nostrum" ancora una volta ci dimostra che è uno strumento che salva delle vite umane, ma non salva tutti. Sappiamo dove sono. Sappiamo anche che hanno un’autonomia di poche ore sui barconi. Sappiamo da dove partono. Cosa ci impedisce di andarli a prendere? Noi siamo complici dei trafficanti se consentiamo che queste situazioni ancora si verifichino.

D. – Quindi, andare a prendere i migranti e poi avere anche un progetto per il loro futuro…

R. – Andarli a prendere: l’Europa già prevede dei programmi che si chiamano di re-insediamento. Andare nei campi profughi, lì dove le persone si sono rifugiate in un primo momento, e portarle nei Paesi europei. L’Unione Europea stabilisca che tutti i Paesi devono preoccuparsi di questo. E allora si andrà nei campi, dove sono raccolte le persone, le si prende e in maniera progettuale le si distribuisce sul territorio europeo. E lo dobbiamo fare tutti insieme. L’Italia non deve più lamentarsi dicendo che l’Europa l’ha abbandonata, perché l’Italia è parte dell’Europa: noi italiani siamo Europa. Facciamo sì che l’Europa completi il mezzo passo di "Mare Nostrum": andiamo a prenderli! Finché manteniamo questa situazione, siamo incivili, siamo ingiusti e siamo complici di coloro che vendono i posti nei barconi anche nel vano motore, dove le persone possono morire asfissiate. E a morire sono donne e anche bambini.








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