2014-07-19 11:14:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella 16.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù espone la parabola del grano e della zizzania che crescono insieme in un campo. I servi chiedono al padrone del campo di togliere la zizzania, seminata da un nemico. Ma egli risponde:

“No … perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”.

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

In questa pagina di Matteo possiamo oggi cogliere lo sguardo di Dio sul mondo. Dio ha creato tutto per il bene e per la vita: “ha seminato del buon seme nel suo campo”. Ma c’è un “nemico” di quest’opera di Dio, un nemico subdolo, geloso, che non avendo perseverato lui nella fedeltà, fa di tutto perché anche l’uomo non resti nell’obbedienza al suo Signore, e perda il premio della felicità eterna. Il demonio – questo “nemico” mortale dell’uomo –, ai figli del Regno di Dio, contrappone i figli del Maligno, la zizzania, il suo regno. Ed è una battaglia in campo aperto. Ma dato che in gioco c’è l’uomo, la libertà del cuore dell’uomo, Dio non si arrende, perché ama la sua creatura fino a dare la sua vita per lei. Non ha fretta, sa attendere con pazienza, sperando sino alla fine di riuscire a farla innamorare di sé, a farla ritornare a sé, alla pienezza dell’amore. Ma questo non è un “gioco stupido” o banale: il demonio non è una favola per amanti dell’orrido, la “fornace ardente” dell’inferno non è un’invenzione della Chiesa per far paura ai deboli: in gioco c’è la libertà dell’uomo – vero dono celeste con cui Dio "ha creato la possibilità di dire ‘sì’ o ‘no”’ (Ratzinger). L’uomo può perdersi davvero, può condannare davvero la sua vita là “dove sarà pianto e stridore di denti”. Ma c’è il tempo di una vita in cui lasciare che il buon seme e la zizzania crescano fino alla mietitura. La pazienza di Dio attende, con un cuore di innamorato, la conversione a Dio dell’uomo, per riporlo nel granaio della felicità eterna.








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