2014-07-17 08:10:00

Iraq: il califfato nega aiuti a cristiani, sciiti e curdi. Segnate le case dei cristiani


In Iraq è sempre più drammatica la situazione per i cristiani rimasti nelle aree del nord del Paese occupate dai ribelli sunniti dell’Isil. Secondo quanto confermato dalla Chiesa irachena,  a Mosul sono costretti a subire infatti l’occupazione delle loro case e la sospensione di aiuti di prima necessità. Intanto a Baghdad si apre un spiraglio nelle stallo politico con l’elezione del nuovo presidente del Parlamento, ma sul terreno le ferze governative arrancano e vengono respinte nel tentativo di riconquistare Tikrit. Sentiamo Marco Guerra:

I miliziani jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante,  che dallo scorso 9 giugno controllano Mosul hanno ordinato ai funzionari pubblici di sospendere ogni fornitura di aiuti in cibo e bombole del gas agli sciiti, ai curdi e ai pochi cristiani rimasti nella seconda città dell'Iraq. I rappresentanti del califfato islamico hanno quindi annunciato che ogni infrazione del divieto verrà punita sulla base di regole attribuite alla Sharia. Una stretta sull’agibilità delle altre etnie che viene confermata mons. Warduni, vicario patriarcale caldeo di Baghdad, secondo il quale i ribelli integralisti hanno segnato con una N - che sta per nazarat, ovvero cristiano in arabo – le case dei cristiani, mentre quelle vuote sono tutte state requisite. Ai pochi che non sono fuggiti nei villaggi nella piana di Nivive e nel vicino Kurdistan iracheno viene intimato di diventare musulmani o di pagare la tassa di protezione, la jizia. Intanato nei villaggi che hanno accolto gli sfollati cristiani è emergenza umanitaria: i pozzi costruiti da Caritas sono insufficienti e serve acqua e cibo. La situazione si deteriora di giorno in giorno mentre a Baghdad è stato eletto il nuovo presidente del parlamento, il sunnita moderato Salim Al Jubouri:  resta però lo stallo sulle nomine del premier e il capo dello stato, con un insofferenza crescente  verso il primo ministro sciita Nuri al Maliki. Infine sul terreno fallisce il tentativo di riconquista di Tikrit da parte dell’esercito governativo.

 








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