2014-07-14 14:02:00

Grecia: troika incontra governo, chieste modifiche a legislazione scioperi


È in programma oggi in Grecia un incontro tra i rappresentanti della troika (Ue, Bce e Fmi) e il ministro del Lavoro ellenico per discutere una serie di riforme che i creditori internazionali hanno chiesto di realizzare al governo di coalizione greco guidato da Antonis Samaras. Tra le questioni sul tavolo vi è la modifica della legislazione in materia di sindacati e dei requisiti per la proclamazione di uno sciopero. Una richiesta che turba gli equilibri della maggioranza composta dai moderati di Nuova-democrazia e i socialisti del Pasok. Ma per un punto sul percorso delle riforme in Grecia a oltre cinque anni dall’inizio della crisi, Marco Guerra ha intervistato Francesco De Palo, direttore della testata on-line ‘Mondo greco’ e autore del libro ‘Greco eroe d’Europa’:

R. - A fronte di un problema sicuramente serio e pregnante come quello del licenziamento nel pubblico impiego, la troika spinge per una legge che diminuisca il diritto di scioperare. Per l’ennesima volta il governo delle larghe intese insieme con la troika vuole eliminare i diritti, immaginando che togliendo un diritto ci possa essere una freccia in più all’arco del debito greco. Questo è un parametro assolutamente fallimentare; è vero che in Grecia c’erano degli sprechi, è vero che c’era denaro pubblico utilizzato nel modo sbagliato, ma togliere diritti e togliere lavoro ai lavoratori non è assolutamente la risposta corretta per risolvere il problema.

D. – Però, a oltre cinque anni dall’inizio della crisi qualcosa è stato fatto sul fronte delle riforme. A che punto è questa strada?

R. - Il processo riformatore è partito da un’esigenza assolutamente importante: mettere mano alla questione delle riforme economiche che mai era stata affrontata seriamente dai governi greci, ma con il rischio concreto di eliminare soltanto diritti senza aumentare quella che è un po’ la sfera dei doveri. Quindi se le riforme sono state compiute, nel senso delle privatizzazioni, di una riforma del mercato del lavoro, anche di una tassazione, dall’altro il ministro delle Finanze Stournaras, da pochissimi giorni promosso a presidente della Banca centrale di Grecia, ha deciso di tassare quello che era il luogo più significativo della comunità greca, le taverne, cioè i ristoranti. Quindi si è cercato di colpire le piccole e medie imprese, i piccoli risparmiatori, il cosiddetto “popolo delle partite Iva” senza andare a toccare i grossi privilegi, come quelli degli ordini nei confronti dell’estero del mercato delle armi, quelli che la Grecia continua a fare riguardo a prodotti che acquista dall’estero pur avendoli praticamente in casa da sempre, come l’olio e il cotone. Allora, al netto di spread e di interessi e incassi, ecco che dopo cinque anni il problema greco non è assolutamente risolto perché si è scelto di chiudere la maxi falla del debito con altri debiti decennali.

D. - Poi c’è la questione dell’economia reale e della situazione della classe media che sembra deteriorarsi di anno in anno ...

R. - La medaglia greca ha due facce distinte, distanti e assolutamente drammatiche. Da un lato, l’economia che ci viene veicolata dalle agenzie di stampa con il ritorno delle Grecia sui mercati dopo sei anni di paralisi, con le privatizzazioni che sono praticamente delle svendite di Stato, con altri pezzi importanti dello Stato venduti a grossi imprenditori le cui navi non battono bandiera greca, ma per pagare meno tasse, battono bandiera panamense. Dall’altro, c’è la situazione reale dello Stato, con il mercato che si è interrotto, con più di 50 miliardi di euro che non sono più stati spesi nel mercato interno, con la sfera dei diritti ... Pensate che oggi ammalarsi in Grecia è un lusso che non tutti possono permettersi: i malati terminali di cancro hanno dovuto affrontare di tasca propria le costosissime cure chemioterapiche. La Grecia, oggi, si presenta come una sfinge dai due volti: uno rassicurante, quello che ci vogliono far credere i grandi enti internazionali, e l’altro, quello della vita reale con difficoltà oggettive non solo per i disoccupati ma per gli imprenditori che sono i nuovi poveri del terzo millennio.

D. - Nemmeno due mesi fa alle europee c’è stato uno shock fortissimo con la lista Tsipras, primo partito e l’estrema destra di Alba Dorata in terza posizione. Non ci sono state conseguenze da quel volto? Il governo di coalizione continua a reggere? Sul fronte politico qual è la situazione?

R. - Ufficialmente non ci sono state grandi conseguenze, ma ufficiosamente il premier conservatore Samaras, e il vice premier socialista Venizelos, sono assolutamente preoccupati, tanto che due settimane fa hanno dato vita ad un rimpasto di governo. In sostanza i partiti che sostengono il governo delle larghe intese con la troika sono in drammatico calo. Allora, i due partiti di governo per non rischiare di dover soccombere ancora di più nei prossimi appuntamenti elettorali stanno meditando un ricorso ad elezioni anticipate, ma non prima di aver concluso gli ultimi tre report significativi, da qui al prossimo inverno, con la troika. Senza quei denari della troika il Paese non potrà andare avanti, ma con quei denari i greci si indebiteranno ulteriormente. È stato calcolato che pagheranno interessi bancari fino al 2052.








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