Iraq: materiale nucleare nelle mani dei jihadisti

Nuovo preoccupante allarme dell’Iraq. Le autorità di Baghdad hanno informato le Nazioni Unite che gli ribelli sunniti hanno sequestrato del materiale nucleare utilizzato per la ricerca scientifica presso l'università di Mosul. Sul fronte politico, è ancora stallo  per la formazione di un nuovo governo. Mentre la stampa araba riferisce di raid dell’aviazione iraniana sulle basi dell’Isil in Iraq. Sentiamo Marco Guerra:

L'ambasciatore iracheno all'Onu, Moohamed Ali Alhakin, ha inviato lettera al segretario generale delle nazioni unite Ban Ki-moon, nella quale chiede aiuto “per allontanare la minaccia” che il tale materiale nucleare prelevato dai jihadisti all’univesità di Mosul “venga usato da parte dei terroristi nel Paese o all'estero”. “Sono stati presi quasi 40 chili di composti di uranio  all'università” della seconda città dell’Iraq, ha precisato il delegato nella missiva, datata 8 luglio. Due giorni fa è stata ressa pubblica un'altra lettera inviata all’Onu nella quale si denunciava che i gruppi terroristici hanno preso il controllo di un ex deposito di armi chimiche. Rassicurazioni arrivano da un portavoce dell’Aiea (l'Agenzia internazionale dell'energia atomica), secondo il quale l’uranio in possesso dell’Isil ha un basso grado di arricchimento e perciò non presenta rischi per la sicurezza. La notizia conferma comunque che il nord dell’Iraq resta completamente nelle mani dei ribelli sunniti. E contro le postazioni dei miliziani integralisti, secondo la stampa araba che cita fonti diplomatiche occidentali, starebbe operando anche l’aviazione iraniana. Il coinvolgimento diretto di Teheran, se confermato, rischia di trascinare militarmente altri Paesi della regione nel già complesso conflitto iracheno.  Sul fronte politico si aggrava lo stallo per la formazione di un nuovo governo. Il blocco curdo ha annunciato che boicotterà le trattative in risposta delle accuse ricevute dal premier al-Maliki di proteggere i terroristi.