2014-07-09 17:14:00

Nasce "Italiasicura": oltre 2,4 miliardi contro il dissesto idrogeologico


La fragilità del territorio italiano di fronte al maltempo. Gli allagamenti che hanno colpito Milano e altre località della Lombardia dopo le forti piogge dei giorni scorsi sono "cose che accadono nel nostro Paese, cose ben note". A dirlo è stato il capo della Protezione civile, Gabrielli. "Nel nostro Paese tutto diventa catastrofico, ha aggiunto, il vero tema è la messa in sicurezza del territorio".
E proprio della volontà di contrastare il dissesto idrogeologico non lavorando sulle emergenze, ma investendo in sicurezza, ha parlato ieri il sottosegretario Graziano Delrio presentando, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, #Italiasicura, unità di missione della Presidenza del Consiglio dei ministri. I soldi per farlo ci sono. "Due miliardi e 480 milioni, ha spiegato il coordinatore della neonata struttura, Erasmo D'Angelis, risorse che aprono cantieri e creano occupazione”. Dunque si volta finalmente pagina passando dall’emergenza alla prevenzione? Adriana Masotti ha sentito il parere di Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi:

R. - La speranza sicuramente c’è, perché ormai sentiamo un po’ da tutti, nel dibattito pubblico, annunci riguardo un’attenzione che prima obiettivamente non c’era e che ora finalmente c’è nei confronti dei temi del territorio, della manutenzione del territorio e della mitigazione del rischio sismico. Lo ha fatto Renzi nel suo discorso di insediamento ed ha anche annunciato questa unità di missione che sembra nasca oggi. Mi sembra un passo estremamente importante, anche perché dimostra l’attenzione nei confronti del problema e poi la necessità di sbloccare la spesa, quindi, i fondi economici che abbiamo e che non sono stati ancora spesi, o che non abbiamo saputo spendere. Soprattutto, però, l’istituzione di una cabina di regia che ricostruisca un po’ chi deve fare cosa in Italia, perché una delle cose che manca in Italia è la capacità di programmare le azioni sia nel campo del dissesto, quindi della mitigazione ma anche in altri aspetti. Mi sembra un buon segnale, un buon passaggio, speriamo si traduca in fatti concreti.

D. - Sono stati annunciati due tipi di interventi: l'attività per evitare le emergenze, quindi la messa in sicurezza del territorio e poi l'incentivo e lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Si comincia da zero, o c’è comunque già un quadro delle necessità più urgenti?

R. - Un quadro esiste già perché le Regioni, per fortuna, hanno provveduto a stilare i Piani di assetto idrogeologico, i famosi Pai. Però, il Pai fotografa la situazione e pone anche vincoli rispetto all’uso del territorio ma non può programmare, declinare azioni. Quindi, credo che non partiamo da zero - e questo è importante - partiamo da una fotografia più o meno compiuta, sufficientemente delineata della situazione italiana e su quello dovremmo poi cominciare ad impostare discorsi diversi rispetto a quelle che sono le finalità del Pai.

D. - Scopo della struttura dovrà essere realizzare quello che il piano indica…

R. - Certamente. Dovrà, ad esempio, individuare quali sono le priorità: avere la capacità, quindi, di fare scelte sul territorio e soprattutto, deve trovare risorse per destinarle alla realizzazione dell’opera. Quindi, è importante che questa unità di missione si sappia coordinare poi con i territori e con le autorità politiche sul territorio, che in questo caso non saranno più i commissari ma saranno direttamente i presidenti delle Regioni, affinché l’opera si faccia. Sotto il profilo del cittadino io ritengo che sia importante anche avere la possibilità di individuare in una figura politica quello che deve fare: io cittadino andrò a valutare il mio presidente della Regione sulla base delle cose che ha fatto, piuttosto che su quelle che non avrà fatto.

D. - In occasione della conferenza stampa, è stata presentata anche una petizione on-line dal Consiglio nazionale dei geologi. Cosa si dice in questa petizione?

R. - Noi, l’anno scorso, abbiamo presentato un web-documentario che serviva proprio a dare consapevolezza alla gente, per far capire qual è la situazione del nostro territorio. Siamo andati avanti in questa direzione, cercando di coinvolgere anche firme autorevoli affinché ci fosse una mobilitazione generale nei confronti di questi temi. Abbiamo raccolto le prime mille firme autorevoli ed anche questo è importante: dal cittadino, a chi ha in questo momento autorità dirigenziale, o politica e le abbiamo portate al governo Renzi dicendo di aver fatto questa attività e che stiamo lavorando per la divulgazione ma soprattutto per il coinvolgimento della gente. Noi andiamo avanti in questa direzione, diamo una mano e chiediamo una mano.

D. - Un ulteriore stimolo al governo ad agire…

R. - Assolutamente sì. Una richiesta molto trasversale che viene proprio dall’Italia, non più da istituzioni, o da categorie professionali. Una richiesta che viene trasversalmente dalla gente. 








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