2014-07-06 10:45:00

Mons. Bregantini: il Papa ha ridato coraggio alla gente del Molise


Il lavoro e la solidarietà sono stati sicuramente tra i temi salienti della visita di Papa Francesco a Campobasso. All’indomani del viaggio in terra molisana, la nostra inviata Antonella Palermo ha chiesto un commento all’arcivescovo di Campobasso, mons. Giancarlo Bregantini:

R. - È stata una visita grandissima! Il Papa è stato molto sereno e compenetrato; anche fisicamente stava proprio bene! È stato anche bello quello che ha detto la Gendarmeria vaticana (riguardo l’organizzazione ndr): “Abbiamo notato la cordialità della gente, ma anche la loro attenzione e cura delle cose e il loro comportamento”. Gli interventi del Papa sono stati molto belli, incisivi e profetici.

D. - A partire dal primo momento, il discorso al mondo del lavoro e dell’industria… il Papa ha sottolineato la realtà di disoccupazione, di sofferenza di questa regione, ma ha incoraggiato questa popolazione …

R. - È stata la grande attesa che si è compiuta. Noi avevamo dentro il cuore tante spine, tante lacrime di aziende in difficoltà. Lui ha dato tre criteri decisi per affrontare: primo, dare sempre la priorità alla gratuità e non solo all’immediato al commercio; secondo: stare molto uniti - quando ha parlato di solidarietà anche con i giovani - che non è un’espressione vecchia, ma profetica attuativa e poi, terzo, l’esperienza del coraggio, di cui il Molise ha immenso bisogno, credendo che le soluzioni non vengono dall’alto, ma dal basso lavorando in sinergia con le forze che già ci sono.

D. - Il Papa ha detto: “Chi non riesce a portare il pane a casa, perde la propria dignità”…

R. - Ecco, un’altra parola che ha pronunciato sia all’università con il mondo del lavoro che con i giovani, è proprio quella della  dignità. Ha ripreso in fondo tanti sguardi alle Encicliche precedenti, pronunciandole con un tono particolare. Quello che ci ha sorpreso a Castel Petroso non è stata la novità in sé, ma la forza! Quando ha detto: “C’è una generazione che rischia di perdersi” e questa è la cosa grave! Questo è l’appello che bisogna fare anche a livello europeo riguardo la polemica di questi giorni tra Germania e Renzi: o accettiamo che dobbiamo includere nuovamente questa generazione - e quindi adattarci oltre il discorso dei numeri -, oppure saremo veramente, ancora di nuovo, escludenti. In questo modo l’Europa precipiterà.

D. - So che lei ha parlato questa mattina con il vescovo di Termoli Larino, il quale le ha riferito del fatto che i detenuti del carcere di Larino sono rimasti molto colpiti dall’intervento del Papa due settimane fa in Calabria. Ci vuole riferire di questa cosa?

R. - È una cosa sorprendente che conferma quanto il Papa parlando, incida nelle coscienze, perché la Sezione di alta sicurezza del carcere di Larino - quasi 200 persone - si è messa in ribellione di fronte a questa frase: “Se siamo scomunicati, a Messa non vale la pena andarci”. Ne hanno parlato con il cappellano; quest’ultimo questa mattina ha invitato il vescovo al carcere per parlare e spiegare il senso dell’intervento del Papa. Questo dimostra come non sia vero che dire certe cose, sia clericalismo; in realtà le parole del Papa, come quelle della Chiesa e di Gesù Cristo, hanno sempre una valenza etica che diventa poi sempre culturale ed economica, quindi con grandi riflessi politici.








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