2014-07-04 14:03:00

Riconoscimento Associazione Internazionale Esorcisti: intervista con p. Bamonte


“Un evento particolarmente significativo”: così padre Francesco Bamonte ha commentato ai nostri microfoni il riconoscimento giuridico dell’Associazione Internazionale Esorcisti da parte della Congregazione per il Clero. Padre Bamonte, dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, esorcista nella diocesi di Roma e presidente dell’Associazione, è stato intervistato da Sergio Centofanti:

R. - Nella lunga storia della Chiesa non si era ancora costituita un’Associazione Internazionale Esorcisti: anche questo è un segno dei tempi! Lo Spirito Santo, in risposta alle particolari esigenze della nostra epoca, ha suscitato una presa di coscienza sempre più viva nella Chiesa che tra i mandati che Cristo Gesù ha dato alla Chiesa stessa, c’è anche quello di cacciare i demoni nel suo Nome.  Nel medesimo tempo lo Spirito Santo stesso ha ispirato e istituito nella Chiesa tale associazione di sacerdoti esorcisti perché avvertissero la forza che deriva dal farne parte sentendosi in comunione con altri confratelli che svolgono lo stesso ministero e perché incontrandosi periodicamente e condividendo le proprie esperienze, potessero offrire un aiuto più concreto ed efficace a quanti si rivolgono a loro.

D. - Quali sono i fini che si propone questa associazione nella Chiesa ?

R. - Proprio perché gli esorcisti possano svolgere bene il proprio compito, la nostra Associazione si propone come fini specifici: promuovere la prima formazione di base e la successiva formazione permanente degli esorcisti; favorire gli incontri tra gli esorcisti soprattutto a livello nazionale e internazionale, perché condividano le proprie esperienze e riflettano insieme sul ministero loro conferito; favorire l’inserimento del ministero dell’esorcista nella dimensione comunitaria e nella pastorale ordinaria della chiesa locale; promuovere la retta conoscenza di questo ministero nel popolo di Dio; promuovere studi sull’esorcismo nei suoi aspetti dogmatici, biblici, liturgici, storici, pastorali e spirituali; promuovere una collaborazione con persone esperte in medicina e psichiatria che siano competenti anche nelle realtà spirituali.

D. – Quanto è importante e necessaria la presenza del sacerdote esorcista nelle diocesi?

R. - La presenza di un sacerdote esorcista in una diocesi è importantissima. La sua mancanza, infatti, induce spesso la gente a rivolgersi a maghi, cartomanti, fattucchieri, sette. È poi da considerarsi una vana paura pensare che se le persone sanno dell’esistenza e dell’attività di un esorcista in una diocesi, sarebbero indotte più facilmente a credere di essere vittime di possessioni diaboliche. La prima preoccupazione di ogni esorcista di buon senso è quella di evitare di creare o di mantenere l’illusione di una possessione, quando questa non c’è. L’esorcista è innanzitutto un evangelizzatore e un sacerdote, per cui qualunque sia l’origine del male di cui soffre chi lo accosta, che sia o che non sia un’autentica forma di azione straordinaria del demonio, s’impegna a infondere serenità, pace, fiducia in Dio e speranza nella sua grazia. E là dove dovesse realmente accertare un caso di possessione diabolica, accompagnerà quei fratelli e sorelle sofferenti a causa del maligno, con umiltà, fede e carità, per sostenerli nella lotta, per incoraggiarli nel duro cammino della liberazione e per ravvivare in loro la speranza.

D. – E’ grande la sofferenza delle persone che subiscono realmente lo stato di possessione diabolica?

R. - Nella mia esperienza, come in quella di tanti altri esorcisti -naturalmente relativa a persone veramente possedute- incontro uomini e donne perfettamente sani di mente, esposti, però, a un livello di sofferenza difficilmente immaginabile. Dinanzi a tanto dolore, è impossibile restare indifferenti: mi auguro, sinceramente, che tanti altri confratelli sacerdoti si rendano personalmente conto di questa drammatica realtà, spesso ignorata o sottovalutata. L’esorcismo è una forma di carità, a beneficio di persone che soffrono; esso rientra, senza dubbio, tra le opere di misericordia corporale e spirituale.

D. – Parliamo del servizio offerto dal Vicariato di Roma: il centro di primo ascolto per coloro che chiedono l’esorcista nella diocesi di Roma. Ci può fornire anche alcuni dati sul numero delle persone che chiedono l’intervento dei sacerdoti che esercitano il ministero degli esorcismi? Quanti sono i casi ritenuti propriamente seri e di specifica competenza degli esorcisti?

R. - Per venire maggiormente incontro agli esorcisti -sempre più oberati dai casi difficili che già da tanto tempo seguono e sempre più pressati da chi viene loro indirizzato senza il necessario discernimento, in alcune diocesi viene offerto un servizio di primo ascolto per coloro che chiedono l’esorcista. I sacerdoti sono coadiuvati da un’equipe di volontari, costituita da professionisti medici, specialisti in psichiatria e psicoterapeuti, che, valutano, quando necessario, gli aspetti medici. Anche se è in aumento il numero delle persone che chiedono l’intervento dei sacerdoti che esercitano il ministero degli esorcismi, i casi ritenuti propriamente seri e di specifica competenza degli esorcisti sono limitati, rispetto alla media numerica delle telefonate. La motivazione delle telefonate non è sempre legata, infatti, alla ricerca di un esorcista. Coloro che chiamano sono in buona percentuale anche persone che, allontanatesi dalla fede o non avendola mai praticata, non sanno come sia più giusto comportarsi in merito alla pratica stessa della fede (Confessioni, Santa Messa, Santo Rosario, etc.). Inoltre ci sono anche quelli che confondono problemi di natura prettamente sanitaria con problemi di natura spirituale. Questi dati sono avvalorati dai collaboratori medici professionisti del cui consulto ci si avvale. 

D. - Papa Francesco ha citato non poche volte il demonio nelle sue omelie richiamando alla reale esistenza e attività del demonio; inoltre ha inviato un messaggio lo scorso settembre agli esorcisti italiani riuniti in convegno …

R. - Senza dubbio il fondamento della predicazione e dell’insegnamento di papa Francesco è Gesù Cristo, tuttavia spesso Papa Francesco ci esorta non dimenticare quello che la Sacra Scrittura stessa ci dice e cioè che i demoni esistono: sono angeli creati buoni da Dio, che si sono trasformati in malvagi, perché con libera scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno, dando così origine all’Inferno. Essi agiscono nella storia personale e comunitaria degli uomini cercando di propagare fra gli uomini la loro stessa scelta per il male e quindi non basta per noi sapere che essi esistono, ma bisogna anche conoscere come agiscono per prevenire e respingere i loro attacchi e non cadere nelle loro trappole. Spesso il Papa si è soffermato nel descrivere come i demoni agiscono attraverso la tentazione per separare gli uomini da Cristo. Essi infatti vogliono che diventiamo come loro; non vogliono la santità di Cristo in noi, non vogliono la nostra testimonianza cristiana, non vogliono che noi siamo discepoli di Gesù. Il Papa ha anche più volte sottolineato come essi -che sono repellenti e ripugnanti- si travestono da angeli di luce per rendersi attraenti e così meglio ingannare gli uomini. Gesù nel Vangelo ci insegna come lottare, e con la sua grazia vincere i demoni. Il Papa però non ha parlato solo di quella che è l’azione ordinaria del demonio, ma prendendo occasione dai Vangeli in cui vengono descritti gli esorcismi di Gesù, ha anche parlato in qualche sua omelia della possessione diabolica. Una realtà che noi esorcisti affrontiamo in questo ministero che Cristo stesso ha affidato alla Chiesa e che noi esercitiamo nel Suo Nome.  L’immagine della Chiesa “come un ospedale da campo, che cura le ferite di tutti”, come rappresentata da Papa Francesco, sembra particolarmente adeguata al compito che è stato affidato agli esorcisti, essi, infatti, sono chiamati a essere quel buon samaritano che Gesù descrive dettagliatamente nella parabola, soccorrendo i fratelli lacerati e oppressi dal maligno. Nel settembre scorso avevo chiesto a Papa Francesco un messaggio di incoraggiamento agli esorcisti italiani riuniti in convegno ed egli ben volentieri, con la sua benedizione apostolica ha inviato loro anche un messaggio esprimendo «apprezzamento per il servizio ecclesiale offerto da quanti con il ministero dell’esorcismo, esercitano una forma di carità a beneficio di persone che soffrono e sono bisognose di liberazione e di consolazione». 

D. – Armi potenti contro il diavolo sono il Rosario, la Confessione …

R. – L’arma potente, innanzitutto, come ci dice Papa Francesco, che ci invita a portare sempre in tasca un Vangelo, è la lettura, la meditazione della Parola di Dio. Dentro di noi, questa Parola, quando scende, vive e agisce e ci riempie della grazia dello Spirito Santo. E poi il Rosario, l’affidamento alla Madonna, che è particolarmente odiosa al demonio. La Confessione frequente: riconoscerci umilmente peccatori, confessare i nostri peccati e chiedere a Dio la forza di non farli più. La partecipazione alla Santa Messa nei giorni festivi. E poi la lotta contro i nostri vizi, la lotta contro ciò che il peccato originale ha lasciato dentro di noi per far trionfare l’uomo nuovo in Cristo.








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