2014-07-03 14:27:00

Il Papa in Molise. Il sindaco di Campobasso: è emergenza lavoro


Le diocesi di Campobasso e Isernia vivono in queste ore l’attesa per l’arrivo del Papa, sabato 5 luglio. Oltre alle due città, il Pontefice sarà anche al Santuario di Castelpetroso, dove incontrerà i giovani di Abruzzo e Molise. Ma come si sta vivendo l’attesa nel capoluogo molisano? Il nostro inviato, Giancarlo La Vella, ha intervistato il sindaco di Campobasso, Antonio Battista:

R. - Nella normalità più assoluta, c’è quell’attenzione di tutte le istituzioni che deve essere resa ad un Papa molto semplice, umile e molto vicino a tutta la gente.

D. - Quali sono le emergenze che la regione Molise, in particolare la città di Campobasso, presenta al Pontefice? Un Pontefice da sempre molto attento alle difficoltà sociali…

R. - E’ il lavoro la vera emergenza, il vero bisogno per la nostra popolazione, per la nostra regione e la città. Ci sarà bisogno di sforzi per uscire da questa crisi che, so benissimo, non è soltanto locale - non è quindi regionale - ma è una crisi nazionale, mondiale. Tuttavia, noi piccole realtà territoriali possiamo fare molto se riusciamo a trovare intese istituzionali e se riusciamo ad uscire fuori da un’idea piccola di territorio.

D. - A Campobasso l’incontro con gli ammalati, persone che - oltre ai problemi di cui lei sta parlando - soffrono purtroppo anche il problema della salute, questo arricchisce ancor di più il significato di questa visita…

R. - Certo. C’è un momento in Cattedrale di maggior vicinanza, oserei dire quasi intimo, privato, proprio con gli ammalati. Saranno presenti persone con invalidità, con problemi di salute anche all’interno del nostro stadio, il vecchio stadio Romagnoli, che abbiamo provveduto a risistemare, abbiamo tolto tutte le barriere che c’erano, le  piccole recinzioni che ovviamente erano presenti per consentire la realizzazione di attività sportive. Anche lì ci saranno persone con disabilità, con problemi. Quello che vogliamo esprimere è la felicità, la bellezza di avere Papa Francesco a Campobasso. Quella vicinanza ci soddisfa pienamente.

D. - Poi ci sono anche i poveri in una regione piccola, ma molto efficiente come il Molise, ci sono anche sacche di indigenza che immagino stiate facendo di tutto per eliminare…

R. - Sì, ovviamente, quella è un’azione sociale che viene realizzata. Il fenomeno non è pesantissimo, la realtà è piccola è c’è molta solidarietà sociale. Tuttavia, noi avevamo bisogno della realizzazione di una mensa per i poveri, ma più che altro di un luogo all’interno del quale comprendere una serie di attività per finalità sociali, in attuazione del piano sociale cittadino, in attuazione della legge regionale. Quindi, il Comune di Campobasso ha messo a disposizione un ex nido comunale - oramai non più utilizzato - per la realizzazione della mensa dei poveri. Ultimati tutti i lavori, sarà un servizio che vedrà la presenza di più attività e più servizi sia per l’ambito cittadino, ma anche per l’ambito sociale regionale. Quindi, in qualche modo, lì andiamo a realizzare con il coordinamento della Caritas una serie di servizi che, obiettivamente, mancavano in città.

D. - Un Pontefice di nazionalità argentina nel Molise; cioè, un Pontefice di un Paese dove nei decenni scorsi molti, anche molisani, si sono recati come immigrati…

R. - C’è un asse che si ricongiunge. Però, io voglio sollevare anche la questione che la crisi che noi stiamo attraversando ha fatto riprendere anche un flusso di emigrazione fuori dal Molise e spesso anche fuori dall’Italia. Questo può essere da sprone per predisporsi bene all’accoglienza delle persone che arrivano a Campobasso, che arrivano nel Molise: faccio riferimento ai flussi migratori dal Nord Africa, rispetto i quali non siamo mai completamente pronti ad accogliere le persone più deboli. Però, questo è anche un grido di allarme, di dolore, per le persone e per i giovani che vanno fuori dal Molise a realizzare la propria fortuna, i propri sogni. Quindi, un’attenzione reciproca che dobbiamo dare ma che chiediamo anche agli altri Paesi.








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