2014-07-02 11:18:00

Iraq: il patriarca Sako teme una guerra civile nel Paese


"È con dolore profondo" che "mi accingo ad illustrare la situazione" in Iraq, con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza "sulla situazione attuale" e favorire un'atmosfera di "solidarietà consapevole". Con queste parole Mar Louis Raphael I Sako, patriarca caldeo, racconta il dramma che l'Iraq sta attraversando nelle ultime settimane, nel periodo forse più buio e difficile della sua storia recente.

I leader del movimento qaedista Isis - che sta seminando terrore non solo fra i cristiani, ma anche all'interno della stessa comunità musulmana - hanno lanciato un appello a tutti i fedeli, in cui chiedono di combattere in Siria e Iraq per contribuire alla "costruzione di uno Stato islamico". Le battaglie infuriano in molte aree del Paese, mentre nella prima riunione del nuovo Parlamento ieri a Baghdad si è consumata l'ennesima spaccatura e l'incontro si è concluso con un nulla di fatto, compresa la mancata nomina del presidente della Camera.

In questo quadro generale di guerra e devastazione, interviene con un messaggio inviato all'agenzia AsiaNews il patriarca caldeo Mar Sako che, la scorsa settimana ha guidato il Sinodo dei vescovi caldei nel nord del Paese, nel quale parla di milioni di rifugiati, che non c'è nessuna notizia certa sulla sorte delle suore e dei tre giovani rapiti a Mosul mentre appare sempre più concreta, l’ipotesi di una guerra civile che finirebbe per segnare la spartizione della nazione. Il patriarca sottolinea che non c'è nessuna risposta dalla politica, interessata solo al petrolio. Mons. Sako ricorda che "la situazione è molto fragile" e "nessuno è al sicuro" ed invita i cristiani a "non disperare", rinnovando la richiesta di preghiere in "questi tempi di particolare difficoltà". (R.P.)








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