2014-06-26 07:18:00

In Iraq, no di Al Maliki a un governo di unità nazionale


Ancora morti in Iraq – almeno 12 - mentre il premier Al Maliki rifiuta l’idea di un governo di unità nazionale. Una presa di posizione dura che lo pone in contrasto con gli Usa e con l’autorità religiosa sciita, l'ayatollah Ali Sistani. Intanto è sempre più violenta l'insurrezione sunnita jihadista. Il servizio di Fausta Speranza

Attentati di nuovo a Baghdad e per la prima volta a Kirkuk da quando è sotto il controllo dei Peshmerga curdi. La galassia jihadista sembra compattarsi. Ed è sempre più aspro lo scontro con il fronte sciita filo-iraniano, rappresentato dal premier al Maliki, che respinge ogni ipotesi di aprire a un governo d'emergenza. Il premier, dal 2006 in carica e sostenuto dall'Iran, è a capo di una coalizione che alle recenti legislative ha conquistato la maggioranza relativa dei seggi del parlamento federale. E sostiene che chi propone un governo di emergenza nazionale vuole derubare il voto agli elettori. Gli Stati Uniti chiedono la creazione di un governo che tenga anche conto delle istanze della comunità sunnita. A Baghdad sono arrivati i primi dei circa 300 consiglieri americani promessi dalla Casa Bianca per sostenere la controffensiva governativa contro lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis). Mentre Washington continua a escludere ogni opzione militare diretta.   Secondo fonti Usa, invece Teheran sta assicurando tonnellate di equipaggiamenti e assistenza militare al governo iracheno.   








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